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Quanti animali si possono avere in casa? La decisione della Cassazione

cane e gatto fuori un condominio
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Il giudice può limitare il possesso di cani e gatti in casa e in giardino?

© vaclavzavada / Pixabay

Un gruppo di condomini ha fatta causa alla loro vicina, proprietaria di un ingente numero di cani e gatti. Ecco cosa ha deciso la Suprema corte.

Di Ilenia Colombo

Pubblicato il

Chi non si è mai chiesto se esiste un limite al numero massimo di animali domestici che si possono avere in casa, anche se si ha un giardino?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che i giudici possono limitare il possesso di animali.

Anche se l’articolo 1138 del Codice civile afferma che le norme del regolamento condominiale non possono vietare il possesso o la detenzione di animali da compagnia, è indubbio che la coabitazione con gli umani non sempre è agevole e la Cassazione è intervenuta svariate volte su questo argomento.

Il caso di una proprietaria di cani

Il caso esaminato dalla Seconda sezione della Cassazione è stato quello che ha riguardato sette inquilini di un condominio, che avevano denunciato una donna, residente in un'abitazione vicina.

Quest'ultima è proprietaria di un numero notevole di gatti e di cani, tenuti nel suo appartamento e in cortile.

I vicini hanno mosso battaglia legale contro la donna per via dei problemi causati dai suoi animali domestici: rumori, latrati notturni, cattivo odore.

La Corte di appello - che aveva in passato esaminato già questo caso - aveva chiesto alla donna di mantenere all'interno della sua proprietà non più di 6 cani, condannandola a risarcire il danno causato ai vicini, con tanto di bonifica del giardino.

La donna, però, ha fatto ricorso, ricordando l'articolo 1138 del Codice civile. La Cassazione, tuttavia, ha confermato la sentenza.

L'ordinanza 1823/2023

Con la recente ordinanza 1823/2023 del 20 gennaio 2023, la seconda sezione della Cassazione ha confermato la delibera della Corte d'Appello, ribadendo il limite di cani e gatti da tenere in casa, anche se si è provvisti di un giardino.

La Suprema corte, come da riportato da Il Sole 24 Ore, ha affermato:

«Il ricovero di un numero elevato di esemplari di animali genera un'immissione che non è generata da un uso ordinario per civile abitazione, bensì è un'attività di custodia e cura degli animali di competenza del Tribunale e non del Giudice di pace».

Nel caso in questione, si può chiaramente parlare di danno agli inquilini, che hanno visto ledere il loro diritto allo svolgimento della vita personale e familiare nell'abitazione e alla libera esplicazione delle singole abitudini di vita.

La condanna

Oltre alla limitazione del numero di cani e gatti, la donna è stata condannata a risarcire i "danni alla salute e morali" dei sette vicini: a ciascuno spettano 2 mila euro, per un totale di 14 mila euro.

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