Pinta è una cagnolona di razza Pastore Australiano, già famosa sul web grazie alla padrona Irene Sofia, famosa vlogger di Qua La Zampa ed istruttrice cinofila, ma ora Pinta potrebbe entrare nella storia come il primo cane ad essere iscritto all'anagrafe canina tramite blockchain.
Cos'è la blockchain
La blockchain è una sorta di registro digitale, il cui ordine è suddiviso in blocchi, raggruppati in ordine cronologico. Grazie all'uso della crittografia, non è intaccabile e la sua integrità è garantita al 100%.
Grazie a questa tecnologia, anche le anagrafi canine possono essere registrate in questo modo, raggruppando una lista di animali con microchip, ottimo mezzo anche per combattere l'abbandono.
Pinta apre la strada all'innovazione
L'idea è partita da Irene Sofia e il marito Marco Crotta, esperto di blockchain, che hanno pensato di sfruttare questa innovativa tecnologia, anche per gli animali. Da qui è nata Fauna.Life, un'iniziativa che vede come protagonista Pinta, con lo scopo di creare un'anagrafe canina nuova, che si poggia sulla blockchain.
Come funziona?
Il proprietario dell'animale è identificabile tramite firma digitale e non ci sono dubbi su data di iscrizione e sulla conservazione dei dati, che sono disponibili a tutti, pur rimanendo privati.
I vantaggi della blockchain
In questo modo, con una registrazione del genere, l'anagrafe canina potrebbe essere unificata a livello nazionale e tutti i movimenti sarebbero registrati, ostacolando così il traffico illegale degli animali.
Ma non solo. La registrazione tramite blockchain sarebbe utile anche a livello sanitario, perché potendo ripercorrere tutto l'albero genealogico dell'animale, sarebbe più semplice conoscerne le malattie genetiche ed ereditarie, ma anche tutte le informazioni di salute, come una sorta di quadro clinico. Tutto questo grazie al collegamento pedigree-microchip.
Cani e gatti
Pinta è solo il porta bandiera del progetto, che potrebbe nascere come un fatto esclusivo per i cani e diventare utilissima anche per i gatti. Con un'anagrafe felina di questo tipo, infatti, si potrebbe combattere il randagismo, ma anche i rifugi abusivi.