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Potrebbe trattarsi del primo cane contagiato dal coronavirus?

© Shutterstock (foto illustrativa)

Coronavirus: un cane risulta per la prima volta "debolmente positivo"

Di Ilenia Colombo Redattrice | Community Manager

Pubblicato il aggiornato il

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Il cane di una paziente cinese affetta da coronavirus è stato messo in quarantena mercoledì scorso dopo essere stato sottoposto a dei test da cui è risultato "debolmente positivo" per il coronavirus (o COVID-19), secondo un comunicato stampa del governo.

 

Ad Hong Kong, una donna è stata contagiata dal virus COVID-19, il cosiddetto coronavirus che ha generato comportamenti estremisti - come quelli inferti agli animali domestici o notizie allarmistiche - e continua tutt'ora a preoccupare seriamente la gente di tutto il mondo.

Un primo cane contaminato?

Il cane della donna è stato trovato "debolmente positivo" ai test sul coronavirus, secondo il comunicato stampa dell'AFCD.

Se confermato, sarebbe il primo caso di un virus presente in un animale domestico.

Questo evento preoccupa gli amanti degli animali domestici in tutto il mondo.

I test dell'AFCD sul cane

Il personale dell'AFCD, acronimo di Agriculture, Fisheries and Conservation Department, (Dipartimento Agricoltura, Pesca e Conservazione) ha trovato il cane in un appartamento in città e lo ha mandato in un centro dove sono stati raccolti campioni orali, nasali e rettali, risultati positivi per bassi livelli di COVID-19.

Il cane non ha i sintomi tipici del virus, ma quest'ultimo potrebbe diffondersi anche in modo asintomatico.

Altri campioni verranno prelevati dall'AFCD per confermare se il cane è stato realmente infetto o se il test positivo è solo il risultato di una "contaminazione ambientale" della bocca e del naso dell'animale, ha affermato il porta-parola. L'animale in ogni caso sarà attentamente monitorato.

Alle persone colpite dal coronavirus che hanno un animale domestico, il governo di Hong Kong consiglia di tenerlo in un periodo di quarantena di 14 giorni e di lavarsi accuratamente le mani con sapone o gel idroalcolico dopo aver toccato i loro animali.

La smentita del veterinario italiano

A tal proposito, è intervenuto il resposabile dei rapporti veterinari UPVET dell'Università delle Scienze Veterinarie, Maurizio Albano, il quale afferma che:

«Bisogna accertarsi che il ceppo è lo stesso che sta colpendo l'uomo. Anche cani e gatti hanno il loro coronavirus. Prima di allarmarsi bisogna vedere se il virus è lo stesso di quello umano».

E continua:

«La presenza in superficie del virus, come le cavità nasali, è una cosa normale: lo si potrebbe trovare anche su un tavolo, ad esempio, ma non significa che possa essere patogeno. Trovare il virus sulle cavità nasali non significa che il cane sia infetto».

Nel frattempo, in Italia...

La Regione Sicilia ha pubblicato recentemente sulla sua pagina Facebook delle direttive riguardanti le modalità di prevenzione del contagio dal coronavirus invitando anche a non toccare cani e gatti randagi.

La polemica tra l'AIDAA e la Regione Sicilia

In seguito alla pubblicazione del post è nata una polemica tra l'AIDAA e la Regione Sicilia poiché, secondo l'AIDAA, il fatto di ricordare, in questo periodo di grande preoccupazione per il rischio epidemico del coronavirus, di stare lontani da cani e gatti randagi e non avere nessun contatto con loro, è fuorviante.

«Quanto scritto dalla regione siciliana nella sua pagina ufficiale è assurdo, se per giunta si tiene conto che la Sicilia ha un problema di randagismo gravissimo e che direttive come queste rischiano di creare confusione», dice Lorenzo Croce, presidente dell'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente. 

La Regione siciliana, in seguito a questa polemica, ha rimosso la parte "incriminata" del post (dove sconsigliava quindi il contatto con gli animali randagi).

Insomma, c'è ancora tanta confusione riguardo questo nuovo coronavirus e non possiamo che aspettare risultati più certi riguardo la probabile correlazione tra il virus COVID-19 e gli animali domestici.

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