Negli edifici del Vaticano è in vigore il divieto di ingresso per cani e gatti. L'Enpa, però, non ci sta ed ha pensato di scrivere una lettera al Papa.
L'obiettivo è quello di sensibilizzare l'attenzione di sua Santità sul fatto che non sia concepibile costringere chi vi fa ingresso, a separarsi dal suo migliore amico a 4 zampe.
Divieto di cani e gatti
Cani e gatti non possono entrare o abitare negli immobili del Vaticano. Questo è il divieto stabilito dal regolamento condominiale. La notizia, diffusa da pochissimo, ha subito destato grande clamore.
Così Carla Rocchi, la presidente nazionale dell'Ente Nazionale Protezione Animali, ha scritto una lettera al Papa, per attirare la sua attenzione sul problema.
Una lettera importante
Le parole contenute nella lettera mirano alla sensibilità di sua Santità, amante degli animali e uomo di Chiesa che si è sempre dimostrato dalla mente aperta.
«La Sua sensibilità, il nome che ha scelto per sé - sibi nomen imposuit Franciscus - al momento di ascendere alla Cattedra di Pietro a sottolineare la continuità con il Poverello di Assisi nella attenzione a tutte le creature del Signore, ci rassicurano sul fatto che vorrà porre fine a questo anacronismo del passato che siamo certi non rifletta il Suo sentire e la profondità della Sua anima».
Con la speranza che la missiva sia davvero risolutiva e riesca a cambiare un regolamento che non tiene conto della grande complicità tra padrone e animale.
Consegno questa Enciclica sociale come un umile apporto alla riflessione affinché, di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole. #FratelliTutti pic.twitter.com/Wx3GtnxMrV
— Papa Francesco (@Pontifex_it) October 3, 2020