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pegah moshir e drusilla a sanremo 2023

Pegah Moshir ricorda la situazione dei cani in Iran.

© Instagram @Sanremorai

Pegah Moshir a Sanremo 2023 denuncia la situazione dei cani in Iran

Di Grazia Fontana Country Manager

Pubblicato il

Pegah Moshir a Sanremo 2023 fa un discorso sulle libertà mancate in Iran. Tra queste, anche quella di avere un animale da compagnia.

Alla seconda serata della 73esima edizione del Festival di Sanremo, Drusilla e Pegah Moshir parlano delle libertà inesistenti in Iran, tra cui quella di avere un animale da compagnia.

Nell'estate 2022, infatti, si era parlato di un progetto di legge "anti-animalista", che di fatto impedisce il possesso di animali di compagnia. Soprattutto cani e gatti, ma anche tartarughe, conigli e…alligatori. Eppure l’Iran è la terra d'origine del gatto Persiano. Ecco cos’è accaduto.

Gli arresti a Teheran

Nei parchi pubblici di Teheran c’è stata un’ondata di arresti per i proprietari di cani, in alcuni casi la confisca dei cani stessi, che finiscono malnutriti in canili lager. Passeggiare al parco con il cane o anche solo trasportarlo in auto è già un crimine in Iran, come ha raccontato La Stampa

Anche l’importazione del Pet Food è vietata già da diversi anni in questo paese, proprio per scoraggiarne l’adozione o l’acquisto. Il risultato? Una fitta rete di commerci illegali.

Nel frattempo un nuovo disegno di legge anti-animalista è stato di proposto la scorsa estate al parlamento dal partito di maggioranza.

Il disegno legge 

Non si sa ancora se il disegno di legge è stato approvato o meno, ma l'obiettivo è vietare il trasporto, la custodia, la vendita e l’importazione degli animali domestici.

Le multe ai trasgressori si aggirano intorno agli 800 €,. Per possedere legalmente un animale da compagnia bisognerà fare richiesta a un apposito comitato circa il rilascio di un permesso speciale, pagando una quota annuale. Le associazioni animaliste e veterinarie protestano a gran voce.

Il motivo ufficiale 

Secondo il disegno, dal nome Protection of the Public's Rights Against Animals, il motivo ufficiale sarebbe una questione di sanità pubblica.

Secondo i parlamentari gli animali domestici sono vettori di malattie, “creano impurità”, causano “danni psicologici” e “stress” oltre a “danneggiare lo spirito delle persone” e a essere “pericolosi”.

Complice la recente pandemia da Covid-19, gli estremisti iraniani hanno trovato pane per i loro denti. Inoltre «la situazione è peggiorata dopo le sanzioni imposte dall'Occidente all'Iran per il non rispetto degli accordi sul nucleare», scrive La Stampa.it.

Avere un animale domestico è simbolo di “occidentalizzazione”

Secondo gli estremisti islamici, avere un animale domestico è simbolo di occidentalizzazione, che distoglie dalla cultura islamica.

Il cane, in particolare, è considerato dagli scritti come "un essere impuro". Eppure le cose erano molto diverse in Iran prima del '48: il governo fu il primo a emanare una legge sulla tutela degli animali nel Medio Oriente; la famiglia reale persiana veniva fotografata felice insieme ai suoi cani.

Poi la rivoluzione islamica del '79 ha cambiato completamente le sorti di questo Paese, sia delle persone che degli animali: basta pensare solo ai gatti Persiani, una delle più amate razze feline, che oggi non è più al sicuro nel suo Paese d’origine.

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