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Che il gatto odi il topo lo sappiamo fin da bambini, quando con il cartone animato di Tom & Jerry impariamo la rivalità più antica del mondo animale. A sfatare questo mito, però, arriva un nuovo studio, che pare affermare una novità piuttosto controversa: il gatto randagio non caccia il topo, se non a determinate condizioni. Inutile, quindi, popolare le città di gatti randagi per cacciare gli odiati roditori? A quanto pare sì.
Lo studio
A sfatare il mito più vecchio del mondo è uno studio condotto da Frontiers in Ecology and Evolution coordinato dalla Fordham University di New York. In pratica si è osservato che un gruppo di gatti randagi lasciati liberi per una zona della Grande Mela, già sotto osservazione perché popolata da oltre 100 ratti, tutti tenuti sotto controllo da microchip, mostrava poco interesse per i roditori. Videosorvegliando la zona per quasi 80 giorni, solo tre gatti hanno provato ad attaccare il topo e solo due ci sono riusciti. Inoltre, tutte e due le volte i felini hanno braccato ii roditori nelle loro tane, mentre se lasciati in ambiente aperto, i gatti perdevano interesse nel cacciarli.
Il risultato
Lo studio ha dimostrato, quindi, più di un concetto: i roditori, quando ci sono gatti in giro, cambiano atteggiamento, evitando di stare all'aperto e richiudendosi nelle loro tane quasi tutto il giorno. Questo non risolve il problema, in definitiva, dei ratti in città perché anche se i topi non girano per le strade continuano a infestare sotterranei, cantine e magazzini. Inoltre, i gatti perdono presto interesse nel cacciare i topi soprattutto se la caccia non è ad effetto sorpresa. In pratica, il felino per uccidere un topo deve essere molto affamato e non avere a portata prede più piccole e semplici come uccelli e altra fauna urbana.
