Operatore di un rifugio

Operatore di un rifugio

David Tadevosian / Shutterstock

Il dipendente di un rifugio per animali garantisce la sicurezza e le buone condizioni di vita dei quattro zampe presenti. Deve, inoltre, garantire il benessere fisico dei suoi abitanti con l'intervento di un veterinario, se necessario.

Abbiamo intervistato Simona Cavagna, operatrice del rifugio Mondo Gatto, a Milano, e nel settore da oltre 30 anni, che ci ha raccontato tutto del suo lavoro.

Come diventare operatore di un rifugio?

La formazione per diventare operatore di un rifugio si fa sul terreno: «Sono diventata operatrice di Mondo Gatto iniziando prima come volontaria. Poi c’era bisogno di una persona fissa, io all’epoca non avevo lavoro e ho iniziato così», racconta Simona ai microfoni di Wamiz. 
Non serve una formazione specifica, ma è pur vero che al giorno d’oggi esiste un corso universitario di tre anni dedicato al benessere animale, che forma una figura in grado di assistere il veterinario e fa quello che fa un operatore di un rifugio.

Quali competenze avere?

«Non bisogna avere competenze di base. Quando si inizia come volontario si affianca per quattro volte un volontario effettivo che spiega e fa vedere tutto quello che bisogna fare: come pulire, dove trovare le cose, come approcciarsi ai gatti, quali si possono toccare e quali no».

Stipendio medio

«Un operatore effettivo di un rifugio ha uno stipendio in media con le tabelle retributive del contratto commercio e può avere permessi, ferie e malattia».

Testimonianza del professionista

Quali sono i pro e contro di questa professione?

«Lavorare in un rifugio ti dà tanto: sei a contatto con i tuoi animali preferiti e dà soddisfazione quando riesci a guarire un animale che era in condizioni brutte o riesci a darlo in adozione.
Si tratta, però, di un lavoro pesante, a livello fisico e mentale: bisogna essere equilibrati e forti e non è facile. Purtroppo non tutte le situazioni finiscono bene».

Qual è la giornata tipo in un rifugio?

«Per prima cosa iniziamo la giornata con le terapie che somministriamo mattina e sera: i veterinari ci dicono cosa fare e noi seguiamo alla lettera. Poi ci occupiamo dell’alimentazione, delle pulizie, aiutiamo gli animali che devono fare i bisogni e non riescono da soli, facciamo fare fisioterapia a chi ha bisogno e prepariamo gli animali che il giorno dopo vedranno un dottore. Una volta a settimana viene un veterinario ATS per sterilizzare i gatti e assistiamo agli interventi dopo aver preparato i gatti. Un’altra volta a settimana vengono anche due dottoresse. Quel che è certo è che ci vuole continuità in quel che facciamo».