Allevatore animale

Allevatore animale

David Tadevosian / Shutterstock

L'allevatore ha lo scopo di monitorare lo sviluppo degli animali, la loro salute e la loro riproduzione. Il suo compito è quello di garantire la corretta crescita degli animali che alleva prima di affidarli ai futuri proprietari.

L'amore per gli animali non è l'unica qualità che permette di esercitare questa professione: si deve anche sapere come prendersi cura di loro e nutrirli correttamente.

Secondo quanto sostenuto dalla legge 23/08/1993 n. 349, l'allevamento di cani professionale implica la presenza di almeno 5 cagnoline che partoriscono almeno 30 cuccioli all'anno.

Ringraziamo Gianandrea Fasan, allevatore da oltre 30 anni, per tutte le spiegazioni qui di seguito elencate.

Come diventare allevatore?

Per capire come diventare allevatore bisogna fare la differenza tra allevamento amatoriale e quello professionale. L’allevamento amatoriale non è riconosciuto dall’ENCI, l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana.

Per ufficializzare la professione all’ENCI bisogna avere qualche titolo, pagare una certa cifra e si acquisisce l’affisso, il nome dell’allevamento.

L’inquadramento dipende dal numero di soggetti presenti in allevamento: fino a 5 fattrici si rientra in un certo tipo di normativa (amatoriale), ma non bisogna superare il numero di 30 cuccioli all’anno.

Indipendentemente, poi, dal tipo di allevamento, ci sono regole etiche da rispettare, così come bisogna tenere sotto sorveglianza alcune patologie di razza. L’ENCI propone anche dei corsi, non obbligatori, ma importanti per imparare le basi della figura dell’allevatore e conoscere la genetica.

Competenze

Per diventare allevatore bisogna avere una conoscenza specifica della razza, avendo magari avuto un’esperienza diretta. Chi è fortunato e riesce a collaborare può imparare da un allevatore come gestire i parti, ad esempio. 

Bisogna conoscere la struttura del cane, della razza, conoscere le 4 leggi di Mendel ed avere una costante dedizione: bisogna essere devoluti alla causa 24h su 24 e 365 giorni all’anno, senza dimenticare tutte le possibilità di aggiornamento da fare.

Guadagno medio

Per un allevatore occorre avere cifre importanti di cucciolate per avere un guadagno accettabile, ma così facendo la quantità va a discapito della qualità. Bisogna intraprendere questo percorso più per passione che per professione: i costi sono tanti e le fatiche moltissime.

Testimonianza del professionista

Abbiamo intervistato Gianandrea Fasan, che da oltre 30 anni con la sua Corgiland si occupa dell’allevamento della razza Welsh Corgi. Ecco cosa ci ha raccontato sulla sua professione/passione.

Qual è la giornata tipo di un allevatore?

«La mia giornata, avendo tutti i cani in casa, inizia subito facendo uscire il primo gruppo, poi preparo le colazioni per quelli che mangiano due volte al giorno, poi preparo le medicine per i cani più anziani. Man mano che i tre gruppi vanno fuori si fanno le pulizie interne ed esterne e poi mi dedico ad uno o due soggetti se c’è da lavorare con loro, ad esempio per fargli le unghie. Verso le 17.30/18 si fanno le passeggiate finali, poi giro finale di medicine e alle 21.30/22 sono tutti a nanna».

Quali sono le condizioni di lavoro di un allevatore?

«Il livello di qualità di un allevamento implica certe condizioni di guadagno: se vuoi guadagnare non devi fare passi di un certo tipo, ad esempio far fare una monta fuori costa 2000 euro. 
Gli allevatori non sono tutelati e c’è un fiorire di personaggi dubbi in allevamento amatoriale.
Sul piano legislativo, per arrivare a 30 cuccioli bisognerebbe ingravidare 7-8 femmine. è come se ti obbligassero a sparare pesticidi in mezzo al campo. Se vuoi essere un allevatore professionale devi avere quantità (e spesso a discapito della qualità, ndr)».