Una proposta di legge ha acceso gli animi tra i proprietari di cani e il mondo politico. Come riportato da Ildolomiti.it, si tratta di una tassa annuale di 100 euro per ogni cane, ideata con l’obiettivo dichiarato di migliorare la pulizia urbana e finanziare aree dedicate agli animali. Ma l’idea, che potrebbe entrare in vigore nel 2026, ha già incontrato una forte opposizione.
La discussione è esplosa in Alto Adige, dove la giunta provinciale sta valutando l’introduzione della tassa. L’assessore proponente, Luis Walcher, ha parlato di un contributo “necessario per migliorare la convivenza urbana”, ma la sua idea ha scatenato un vero terremoto politico.
Le associazioni animaliste parlano di un provvedimento “punitivo e discriminatorio”, mentre alcune forze politiche, tra cui Fratelli d’Italia, si sono schierate apertamente contro la misura.
Le critiche
Anna Scarafoni, capogruppo di FdI nel Consiglio provinciale, ha definito la proposta “un’idea assurda e una mancanza di rispetto”. Secondo lei, tassare il possesso dei cani non incentiva il senso civico, ma lo scoraggia. “I cani non sono un lusso – ha dichiarato – sono parte delle nostre famiglie, una presenza affettiva e spesso terapeutica. Colpire chi si prende cura con amore dei propri animali è un messaggio distorto”.
La consigliera propone un’alternativa: distribuire gratuitamente sacchetti ecologici ai cittadini, incentivando comportamenti virtuosi anziché imporre nuove spese
“Chi sporca deve essere multato – ha aggiunto – ma chi rispetta le regole va premiato. Serve educazione, non tassazione”.
Una giunta spaccata
Anche all’interno della giunta non c’è accordo. Alcuni esponenti della maggioranza hanno espresso perplessità, mentre il presidente ha ammesso che “non c’è condivisione” sulla misura. Tra i punti più contestati c’è anche l’idea di una tassa di soggiorno per i turisti con cani al seguito, pari a 1,50 euro al giorno.
Il dibattito arriva dopo il fallimento del sistema di controllo basato sul prelievo del DNA dei cani per risalire ai padroni che non raccolgono le deiezioni. L’obbligo di profilazione genetica, previsto entro la fine del 2025, ha finora coinvolto solo una parte dei proprietari: circa 12.000 su 45.000.
Una questione ancora aperta
Con 27.000 cani non ancora profilati e una popolazione indignata, il rischio è che la misura finisca per colpire i cittadini onesti senza risolvere il problema dell’inciviltà. “Serve dialogo, non imposizione”, ha concluso Scarafoni.
Per ora, la giunta ha rimandato la decisione, ma la discussione è tutt’altro che chiusa: la “tassa sui cani” divide, fa discutere e potrebbe presto tornare sul tavolo politico.