Un vero colpo basso per questo piccolo rifugio ungherese. L'associazione FAPF aveva appena perso uno dei suoi residenti, Csoki, che aveva trascorso tutta la sua vita nella struttura, purtroppo non trovando mai una famiglia che lo adottasse.
In suo onore, lo staff del rifugio ha deciso di organizzare un evento per incoraggiare l'adozione dei suoi residenti, per fare in modo che nessun altro cane subisse lo stesso terribile destino di Csoki.
Inizialmente, l'associazione aveva previsto di presentare 11 cani e di offrire ai visitatori la possibilità di fare una lunga passeggiata con loro, accompagnati dai volontari, in modo da scoprire il carattere dei loro piccoli protetti. Purtroppo, però, il piano non è andato secondo le previsioni.
Nessuno si è presentato
Nonostante gli sforzi e la buona volontà, i volontari del rifugio non sono riusciti ad attirare neanche un visitatore: nessuno si è presentato per incontrare i cani.
Molto delusi da questo insuccesso, gli operatori del rifugio hanno deciso di trasformare la tristezza in qualcosa di positivo: poiché i cani non sapevano del fallimento di questa giornata di adozione e molti volontari erano a disposizione, era possibile fare qualcosa per far passare loro una bella giornata e renderli comunque felici.
Così lo staff ha messo in atto un nuovo piano: i 40 cani del rifugio sarebbero andati a fare una passeggiata con i volontari, e tutti si sarebbero divertiti!
Felicità e commozione
Così, ogni cane del rifugio ha potuto trovare un compagno per una passeggiata all'aria aperta.
I pelosetti hanno trascorso uno dei giorni più belli della loro vita: hanno potuto godersi una lunga passeggiata all'aria aperta e anche qualche attività acquatica. Per due ore si sono goduti una vita senza sbarre e non si sono accorti della tristezza dei volontari.
Il racconto di questa giornata ha commosso tutti quelli che hanno guardato il video su TikTok e che è stato visualizzato più di 65 mila volte.
Nonostante il successo sui social network, nessuno dei cani è stato ancora adottato, ma i membri dell'associazione FAPF sperano che questa storia serva comunque a ricordare l'esistenza dei cani “dimenticati” nei rifugi.