La scomparsa di Giorgio Armani, morto il 6 settembre 2025 a 91 anni, lascia un vuoto nel mondo della moda, ma anche un’eredità importante nel rapporto con gli animali.
Lo stilista piacentino, celebre per il suo stile elegante e minimalista, aveva un cuore che batteva anche per i suoi compagni a quattro zampe. Negli anni si è circondato di cani e gatti, spesso fotografati accanto a lui, diventando per molti un esempio di sensibilità.
L’amore per cani e gatti
Armani non ha mai nascosto il suo affetto per gli animali domestici. Tra i suoi cani, ricordati negli ultimi anni, c’erano sei esemplari di razza e un meticcio, il fedele Pepe.
Anche i gatti hanno avuto un ruolo importante nella sua vita: celebre la sua gatta Angel, una Scottish Fold nera, con la quale aveva prestato il proprio volto per una campagna contro l’abbandono, lanciando lo slogan: “Abbandonare gli animali non è di moda”. Un messaggio chiaro, coerente con la sua visione etica e la sua sensibilità.
La svolta “fur free”
Nel 2016 Giorgio Armani annunciò ufficialmente la scelta di abbandonare l’uso delle pellicce animali nelle collezioni. Una decisione storica che aprì la strada a tanti altri brand internazionali come Gucci, Prada e Chanel.
Cinque anni dopo, nel 2021, lo stilista rinunciò anche alla lana d’angora, accolta con entusiasmo dagli animalisti di tutto il mondo. Una presa di posizione che ha contribuito a rendere la moda più rispettosa del benessere animale.
Lo zoo di Villa Rosa
L’amore di Armani per gli animali non si fermava a cani e gatti. Nella sua residenza di Villa Rosa, nell’Oltrepò Pavese, ospitava un vero e proprio “zoo domestico”: oltre 80 esemplari tra zebre, alpaca, cigni e pappagalli.
Una passione che ha suscitato riflessioni e dibattiti, ma che racconta quanto gli animali abbiano sempre fatto parte della sua quotidianità.
Un’eredità di stile e compassione
Oltre alle passerelle e alle collezioni che hanno rivoluzionato la moda, Giorgio Armani lascia un’eredità fatta di gesti concreti verso gli animali. Dai suoi affetti domestici alle scelte etiche nel lavoro, il suo messaggio rimane attuale: la moda può essere elegante senza crudeltà.