Un bidet, una scatola di scarpe, un vaso, un contenitore portaoggetti dalla buffa quanto scomoda forma: per un gatto tutte queste cose diverse corrispondono solo ad un posto in più dove riposare.
Il felino, infatti, saprà adattare il proprio corpo a qualsiasi recipiente/superficie, con una capacità di stare comodo largamente invidiata da noi umani: questa caratteristica ha ispirato lo studio semiserio condotto da un fisico francese, che ha poi vinto l’IG Nobel Prize.
Lo studio
Marc-Antoine Fardin, fisico all’Università di Parigi Diderot, ha condotto il curioso quanto semiserio studio sull’effettivo stato di aggregazione della materia assunto dal gatto.
La sua capacità di assumere strane posizioni ed adattarsi allo spazio a sua disposizione all’interno di un contenitore, lo fa difatti somigliare molto ai liquidi, che per definizione appunto sono lo stato di aggregazione della materia per cui la sostanza assume la forma del recipiente che la contiene.
Analizzando quindi una serie di immagini disponibili in rete, che ritraggono gatti perfettamente adattati al loro recipiente, Fardin ha utilizzato la reologia, scienza che indaga gli equilibri di alterazione della materia, per calcolare quanto tempo impiega il gatto a rilassarsi, vale a dire quanto tempo impiega per assumere la forma del contenitore.
I risultati
Quello che è emerso è che il gatto ha una doppia natura, è dunque sia liquido che solido, secondo le circostanze: difatti, un gatto in una scatola si comporta come un liquido, tendendo ad assumere la forma del recipiente che lo contiene ed espandendo il suo corpo fin dove possibile.
Viceversa, in situazioni non particolarmente congeniali al felino, quali vasche piene d’acqua et similia, egli tenderà a chiudersi, diminuendo al minimo la propria forma fisica e la propria superficie d’interazione con l’esterno, proprio come farebbe un solido.
La premiazione
L’IG Nobel Prize è una versione ironica del Premio Nobel che ha lo scopo di far divertire il pubblico senza dimenticare di fare una riflessione sulla società moderna: in questo senso difatti, gli studi che vi partecipano mirano a dimostrare o confutare l’applicabilità della scienza alla vita di tutti i giorni, secondo i casi.
Certamente i gatti non sono davvero liquidi, ma l’originalità dello studio è stata premiata perché riesce a dare una spiegazione – seppur fantasiosa – di come i gatti riescano a comportarsi come tali.