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cane Narcos

Proteste in piazza per avere giustizia dopo l'uccisione di Narcos.

© ÈTv Marche/Facebook

Video. Ancona, “Giustizia per Narcos”: petizione lampo e piazza piena dopo il cane ucciso da un poliziotto

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

Pubblicato il

Dopo l’uccisione di Narcos ad Ancona, esplode l’indignazione: domenica scorsa petizione record e manifestazione per chiedere verità e responsabilità.

Ad Ancona il caso di Narcos, il cane ucciso con un colpo d’arma da fuoco durante un intervento di polizia il 14 settembre 2025, ha acceso una forte mobilitazione civile. In pochi giorni è partita una raccolta firme su Change.org che ha superato quota 24mila adesioni, mentre in città si è tenuta una manifestazione molto partecipata per chiedere chiarezza e provvedimenti. 

Sul tavolo ci sono versioni divergenti dell’accaduto e l’intervento delle autorità, mentre la proprietaria del cane ha presentato denuncia e si è affidata a un legale.

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Cosa sappiamo finora: due versioni e un’inchiesta in arrivo

Secondo quanto ricostruito dai media locali, l’episodio è avvenuto domenica 14 settembre in un’area verde cittadina, nel contesto di un’operazione antidroga. La questura ha riferito che l’agente avrebbe sparato per difesa perché l’animale si stava scagliando contro di lui; la proprietaria ha fornito una versione diversa dei fatti.

Non perderti questi video:

Intanto il corpo di Narcos è stato portato al servizio veterinario per l’ispezione cadaverica, primo tassello di un percorso che dovrà essere valutato dalla magistratura. La proprietaria ha sporto denuncia ai carabinieri e si è affidata all’avvocato Rino Bartera, in attesa dell’apertura di un fascicolo per uccisione di animale.

Sul piano istituzionale, è intervenuta anche la garante per gli animali del Comune di Ancona, l’avvocata Vanessa Marini, che ha chiesto “massima serietà e meticolosità” nell’accertamento dei fatti. La richiesta si accompagna a un appello pubblico per linee guida più restrittive sull’uso dell’arma da fuoco in contesti che coinvolgono animali, per evitare che tragedie simili si ripetano.  

La risposta della città: piazza e petizione chiedono verità

La mobilitazione è cresciuta rapidamente. Domenica 21 settembre centinaia di persone si sono ritrovate in centro ad Ancona per chiedere “Giustizia per Narcos”, tra cori di protesta e cartelli. 

Alla guida dell’iniziativa l’attivista Enrico Rizzi, molto seguito sui social, che dal palco ha rivolto un appello al questore per togliere dal servizio su strada l’agente coinvolto almeno fino alla conclusione delle indagini. In piazza è intervenuta anche la proprietaria, visibilmente commossa, ricordando il suo cane come “buono con tutti”. La manifestazione si è svolta per circa due ore e ha riunito cittadini, volontari e rappresentanti di associazioni animaliste.  

Nei giorni immediatamente precedenti alla protesta era intanto decollata la petizione online “Chiedi giustizia per Narcos”, che in tre giorni ha superato le 24mila firme. Il testo sottolinea l’inaccettabilità dell’uso di un’arma da fuoco contro un animale e sollecita un’indagine trasparente, oltre a “nuove linee guida più restrittive” e a “seri provvedimenti” verso i responsabili. L’iniziativa ha catalizzato l’attenzione del pubblico e dei media, diventando uno dei contenuti più letti nelle cronache locali.  

Le immagini e il racconto della protesta

Nei video circolati sui siti di informazione locale si sentono chiaramente i cori “Vergogna! Vergogna!” e si ricostruisce il contesto dell’intervento di polizia, con l’accento posto sulle due versioni contrapposte. Il materiale audiovisivo testimonia la partecipazione e il clima emotivo della piazza, oltre a documentare la richiesta dei manifestanti di verità e responsabilità istituzionali.

I prossimi passi

L’attenzione ora si concentra sulle verifiche tecnico-veterinarie e sulle determinazioni della Procura. In parallelo, il fronte civico chiede che le forze dell’ordine aggiornino i protocolli operativi per la gestione di cani e altri animali durante gli interventi, privilegiando tecniche di de-escalation e strumenti non letali. 

Il caso di Narcos, al di là dell’esito giudiziario, riapre il dibattito nazionale sul bilanciamento tra sicurezza degli operatori e tutela del benessere animale.

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