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cane sotto una coperta

Un metodo innovativo per sterilizzare i cani suscita qualche perplessità.

© Alkhaine/Pixabay

Rivoluzione nella sterilizzazione dei cani: ecco la novità che arriva dal Cile

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

Pubblicato il

L’Università del Cile ha sviluppato una novità rivoluzionare per rendere la sterilizzazione dei cani meno invasiva. Ecco di cosa si tratta.

 

Da oltreoceano giunge una notizia che potrebbe trasformare il mondo della sterilizzazione canina. I ricercatori dell’Università del Cile hanno sviluppato un vaccino chiamato Egalitte, capace di sterilizzare i cani senza necessità di chirurgia, offrendo una soluzione meno invasiva, sicura e reversibile.

Un’innovazione che non solo riduce i rischi associati agli interventi chirurgici, ma apre la strada a un metodo più semplice e accessibile per la gestione del controllo della popolazione canina.

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Come funziona il vaccino Egalitte?

Il vaccino Egalitte, frutto della ricerca della Facoltà di Veterinaria e Zootecnia dell’Università del Cile, agisce bloccando l’ormone GnRH, responsabile della riproduzione nei cani.

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L’iniezione è somministrata in modo semplice, senza anestesia, e inibisce la produzione di estrogeni, progesterone e testosterone, riproducendo gli effetti della sterilizzazione chirurgica.

L’aspetto rivoluzionario è la reversibilità: se si desidera interrompere l’effetto, basta non ripetere l’iniezione annuale. Questo lo rende ideale non solo per i proprietari di cani domestici, ma anche per ridurre il fenomeno del randagismo in modo più sostenibile e meno traumatico.

Vantaggi e limiti del vaccino rispetto alla castrazione tradizionale

Rispetto alla castrazione chirurgica, il vaccino offre notevoli vantaggi: nessun bisogno di intervento invasivo, tempi di recupero inesistenti e costi contenuti, attualmente stimati attorno ai 50 dollari a dose.

Tuttavia, la reversibilità può rappresentare un limite, specialmente per i cani randagi. In assenza di una ripetizione annuale dell’iniezione, l’effetto svanisce, rendendo difficile il controllo della fertilità in animali non monitorati regolarmente.

Anche se il vaccino è già in fase di sperimentazione in diversi Paesi, tra cui l’Europa e gli Stati Uniti, alcuni esperti sollevano dubbi su possibili effetti collaterali a lungo termine.

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