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cane e gatto per strada

Cani randagi e gatti randagi: un fenomeno da sconfiggere.

© Ivan Kacarov / Shutterstock

Cani e gatti randagi: leggi e normative

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

aggiornato il

Quali sono le norme per regolamentare la presenza di gatti e cani randagi in Italia? Come si agisce contro questa piaga? Le risposte sul randagismo.

Il 20 agosto è l'International Homeless Animals’ Day (Giornata internazionale per gli animali senza casa) dedicata ai gatti e cani randagi. In occasione di questo giorno speciale noi di Wamiz, in linea con i temi che trattiamo, vi proponiamo un articolo sul randagismo. Dalle cifre dei cani e gatti randagi in Italia, ai provvedimenti e le normative utili per combattere questa piaga.

Questa giornata è stata istituita dall'ISAR (International Society for Animal Rights, letteralmente Società Internazionale per i Diritti degli Animali) nel 1992. Da quel momento, le osservanze di questo giorno speciale internazionale degli animali senza casa sono aumentate costantemente. Si tratta di un evento che unisce le persone di tutto il mondo per far luce sulla sovrappopolazione di animali senza casa e sulle soluzioni per combatterla. Gli eventi dell'IHAD sono celebrati in tutto il mondo!

Secondo i numeri dell'ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), in Italia i cani randagi sarebbero tra i 500.000 e i 700.000, ma i dati a disposizione (lo dice la stessa Ente insieme alla LAV) sarebbero scarsi e non permetterebbero di farsi un'idea veramente chiara della situazione. Se per i cani la situazione non è molto chiara, per i gatti è ancora peggio. L'ultima stima italiana risalirebbe al 2006.

Cosa si intende per randagismo?

Il randagismo è una condizione per cui un animale (spesso si parla di gatti e cani randagi) si trova a vivere per strada (in branco o in solitudine) senza avere un padrone. I cani sono definiti vaganti o randagi (questi ultimi sono quelli abbandonati che vivono spesso in branco e in condizioni di vita semiselvatica).

Molto spesso cani e gatti randagi diventano tali dopo essere stati abbandonati o quando sono nati in strada (da genitori a loro volta abbandonati). Questo fenomeno, oltre ad essere una sofferenza per l'animale, comporta anche problemi di igiene pubblica e dunque la necessità di normative e leggi che regolamentino questa vera e propria piaga è estremamente necessaria. Ma cosa dice la nostra legislazione a riguardo? Scopriamolo!

Piccola curiosità: Secondo la Legge n°281 del 14 agosto 1991, la definizione (giuridica) di randagio viene applicata solo ai cani. I gatti vengono considerati solamente animali in libertà.

Leggi italiane per fronteggiare il randagismo

La Legge italiana per prevenire il randagismo è stata adottata nel 1991: a cani e gatti recuperati in strada viene riconosciuto il diritto alla vita (fino a quando non è stato adottato questo provvedimento, dopo soli tre giorni gli animali venivano soppressi!).

A partire dal 1991, ogni anno «il Ministero - della Salute, ndr. - ripartisce il fondo per la tutela del benessere e per la lotta all'abbandono degli animali da compagnia istituito dalla legge 14 agosto 1991, n. 281».

I fondi stanziati, come è possibile vedere sul sito del Ministero della salute, sono andati diminuendo nel corso del tempo dal 2005 fino al 2017 per poi sparire nel 2018 e ricomparire nel 2019 e 2020 con un totale di 1.000.000 di euro stanziati.

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Cani randagi e gatti randagi: la normativa per fermare questa piaga

Il randagismo (e, quindi gli abbandoni a seguito spesso di maltrattamenti sugli animali) può essere limitato grazie ad una serie di iniziative che devono partire dalla coscienza collettiva: 

  1. L'iscrizione alle Anagrafe degli animali da compagnia;
  2. L'applicazione del microchip.
  3. Campagne di castrazione e sterilizzazione dei randagi che permetterebbe di non mettere al mondo altri cuccioli che finirebbero per strada!
  4. In alcune regioni è anche possibile depositare un modulo di segnalazione di cani randagi alla Polizia municipale del Comune in cui si avvista l'animale. Basta scaricare il modulo da internet ed effettuare la segnalazione. Il cane (o i cani) ritrovati senza microchip, verranno iscritti all'Anagrafe canina e dotati di chip di riconoscimento.

Quali sono i rischi del randagismo?

Secondo il Ministero della Salute, i cani randagi (che siano singoli o in branco) possono essere rischiosi per diversi motivi. Eccoli riportati di seguito (è interessante, notare che si parli solo di cani e non di gatti):

  • Rischiano di aggredire le persone o altri animali (selvatici o domestici);
  • Possono essere portatori di malattie per altri animali o per l'uomo;
  • Causano incidenti stradali;
  • Alimentano il randagismo stesso (poiché non sterilizzati);
  • Causano inquinamento ambientale e attirano altri animali pericolosi per l'uomo.

Posso dar da mangiare ai cani randagi? Obblighi dei comuni

Non esiste una legge precisa che vieti espressamente di dare da mangiare a cani (e gatti) randagi. Ma è d'obbligo, per tutti i cittadini, preservare la pulizia e l'igiene dei luoghi pubblici. Per questo motivo è possibile dare da mangiare ad animali in strada, purché si provveda, in seguito, a pulire i resti.

Attenzione: alcuni regolamenti comunali vietano espressamente di dar da mangiare agli animali.

Prima di decidere di nutrire qualche cane o gatto randagio, accertarsi che questo atto non venga sanzionato dal comune di appartenenza!

 

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Articolo revisionato da:

Francesco Reina
Assistente veterinario

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