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gatto a Trapani

Gatto vittima a Trapani.

© Oipa Trapani/ Facebook

Shock a Trapani: dopo quello che è successo a questo gatto l’OIPA denuncia e Brambilla invoca giustizia

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

Pubblicato il

A Trapani un gatto randagio è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. L’OIPA denuncia e l'Onorevole Brambilla dice: «Basta impunità». Ecco cosa è successo.

Un episodio di crudeltà inaudita ha scosso Trapani, dove un gatto randagio è stato trovato agonizzante e coperto di sangue in strada. Ricoverato d’urgenza, è morto poco dopo. Colpito da proiettili, è l’ennesima vittima innocente di violenza gratuita contro gli animali. Le reazioni del mondo animalista non si sono fatte attendere.

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Gatto ucciso a colpi di arma da fuoco: i fatti

Il micio è stato soccorso dai volontari dell’OIPA dopo la segnalazione di un cittadino, ma le sue condizioni erano già critiche: difficoltà respiratorie, ferite profonde alla guancia e al torace. Portato presso una clinica veterinaria convenzionata con il Comune, è morto poco dopo. 

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I medici hanno confermato che era stato colpito da più proiettili giorni prima, ferite che, senza cure, si sono rivelate fatali.

A rendere ancora più grave l’accaduto è il fatto che il responsabile è attualmente ignoto. Tuttavia, l’OIPA, con il supporto del proprio ufficio legale, ha sporto denuncia per uccisione di animali. Baldo Ferlito, delegato OIPA di Trapani, ha espresso gratitudine verso chi ha segnalato l’animale e la polizia locale, già attiva nelle indagini.

L’indignazione pubblica e la riforma Brambilla

L'episodio ha suscitato una forte ondata di indignazione. Michela Vittoria Brambilla, deputata e paladina dei diritti animali, ha dichiarato: «Gli italiani non possono più accettare che criminali si aggirino liberi facendo del male a esseri indifesi». 

Dal 1° luglio entrerà in vigore una riforma legislativa che prevede pene più severe per chi maltratta o uccide animali: fino a 4 anni di carcere e multe fino a 60.000 euro.

L’avv. Claudia Taccani dell’OIPA ha sottolineato il rischio di escalation: chi oggi maltratta un animale potrebbe domani rivolgere la propria violenza contro persone. È quindi essenziale che la società reagisca, non solo con pene più dure, ma anche con una cultura del rispetto per ogni forma di vita.

Il drammatico caso del gatto ucciso a Trapani ci ricorda che la violenza sugli animali non è un fatto isolato né trascurabile. È un segnale di allarme, un sintomo sociale da non ignorare. Solo con la denuncia, la prevenzione e un cambiamento culturale possiamo sperare in un futuro più sicuro e giusto, anche per gli animali.

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