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border collie

E se Fido potesse parlare? Cosa direbbe?

© neelam279/Pixabay

Se un cane potesse parlare, cosa direbbe? Un libro lo rivela (e farà riflettere tanti umani)

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

Pubblicato il

Il Cane (con la C maiuscola!) prende la parola in questo nuovo libro tutto da scoprire. Se Fido potesse parlare, cosa direbbe? Scopriamolo!

Cosa succederebbe se un cane potesse davvero parlare? Forse ci rimprovererebbe per la fretta con cui lo trasciniamo al guinzaglio o per l’abitudine di trattarlo come un peluche.

Nel libro Parola di cane, firmato da Sara De Cristofaro e Lauretana Satta, a prendere la parola è proprio lui, il Cane — con la maiuscola — che si rivolge direttamente all’uomo per spiegargli, con affetto e sincerità, come migliorare un rapporto tanto antico quanto spesso frainteso.

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L’olfatto, lo sguardo e il “no”: il linguaggio invisibile dei cani

L’opera, che mescola divulgazione, empatia e ironia, svela quanto sia complesso il mondo sensoriale e comunicativo dei cani. “Essere cane significa poter usare il mio olfatto sempre”, scrive il protagonista.

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Annusare, esplorare, fermarsi: gesti che per l’umano appaiono banali, ma per il cane rappresentano la chiave per conoscere e comprendere il mondo.

Altrettanto importante è il contatto visivo: quando un cane ci guarda, attende una risposta, un segno che lo riconosce come interlocutore. Il libro invita i lettori a riscoprire questa forma di comunicazione “bidirezionale”, fatta di sguardi, pause e parole semplici.

Perché sì, i cani capiscono fino a duecento vocaboli — compresi i nostri vezzeggiativi più affettuosi — e sanno leggere il tono della voce meglio di quanto immaginiamo.

Un manifesto d’amore (e rispetto) per i nostri compagni di vita

Tra i consigli più sorprendenti, Parola di cane ricorda che correre legati alla bici o stare in borsa non sono esperienze adatte ai nostri amici a quattro zampe, così come non lo è essere acquistati su Internet.

Il Cane protagonista chiede libertà, ascolto e coerenza. Persino il “no” deve valere in entrambe le direzioni: l’umano può usarlo per correggere, ma deve accettarlo quando è il cane a esprimere disagio o paura.

Il libro tocca anche temi complessi come la sterilizzazione, il bullismo tra cani di casa e l’“impotenza appresa”, quella condizione in cui gli animali smettono di reagire ai traumi. Ma il messaggio finale resta uno solo: l’educazione non si fonda sulla forza, bensì sulla fiducia reciproca.

Parola di cane è un invito a cambiare prospettiva, a mettersi finalmente nei panni — anzi, nelle zampe — di chi ci guarda ogni giorno con amore incondizionato e ci chiede soltanto di essere ascoltato.

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