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Lupo davanti ad un vichingo

Il cane è il fedele compagno dell'uomo da diverse migliaia di anni.

© FXQuadro / Shutterstock

L'origine del cane: ecco come Fido si è evoluto nel corso della storia

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

Pubblicato il aggiornato il

In occasione del Darwin Day vi raccontiamo dell'evoluzione del cane e di come è diventato il migliore amico dell'uomo.

Sepolta nelle tombe e inscritta sulle caverne preistoriche, l’origine del cane nei panni di migliore amico dell’uomo risalirebbe a un’epoca compresa tra i 10 e i 15mila anni fa.

Il condizionale è d’obbligo dal momento che alcuni studi suggeriscono un amore più antico, datato addirittura 40mila anni fa, quando i primi Sapiens si misero in cammino verso Europa e Asia, ai tempi dell’ultima glaciazione, accompagnati da cani che però erano ancora lupi ed erano all’inizio di quella millenaria evoluzione genetica che li avrebbe tramutati in canis lupus familiaris, l’altro nome dei cani domestici.

La prima storia in Germania

Sia come sia, la storia del cane di compagnia inizia a Bonn-Oberkassel, in Germania, dove fu sepolto 14.200 anni fa accanto a un uomo quarantenne e una donna sulla ventina, dopo un’esistenza di soli sette mesi segnata da stenti e malattie, tra cui il cimurro, a cui i padroni dedicarono cure e amorevoli attenzioni, alla stregua di come si farebbe oggi.

Il ritrovamento alimenta la teoria che tra uomo e cane vi fosse un rapporto d’affetto profondo che, già allora, andava oltre la mera e reciproca utilità legata alla sopravvivenza nel trovare il cibo. Una compagnia che andava al di là della vita.

I cani nelle scene di caccia

Che gli uomini – all’epoca cacciatori e raccoglitori – si facessero accompagnare dai cani nelle battute di caccia è una certezza: lo raccontano, prime tra tutte, le incisioni rupestri vecchie 8 mila anni rinvenute nel Deserto Arabico nei siti archeologici di Jubbah e Shuwaymis.

Gli amici a quattro zampe raffigurati nelle centinaia di scene (147, per la precisione) appartengono – con grande probabilità – all’antica razza dei Canaan Dog: sono di media taglia, snelli, hanno orecchie diritte, musi corti, code arricciate e, soprattutto, azzannano le prede (gazzelle e asini selvatici) tenuti al guinzaglio da uomini armati di arco e frecce.

L'età del bronzo

A riprova della considerazione di cui godeva il cane nella notte dei tempi, vi sono poi le (macabre) testimonianze dei riti d’iniziazione molto diffusi nella mitologia indoeuropea che hanno contraddistinto l’Età del Bronzo.

Su tutte vi è quella ritrovata a Krasnosamarskoe, in piena steppa russa: qui, gli archeologi del newyorkese Hartwick College, hanno riportato alla luce i resti di 64 cani, per lo più domestici ma in compagnia anche di qualche lupo, sacrificati e mangiati durante un rito di passaggio dall’adolescenza alla vita adulta.

Il periodo Neolitico

Di certo, nel Neolitico, circa 9500 anni fa, quando l’uomo scopre l’agricoltura e l’allevamento, il rapporto con Fido cambia e la storia della domesticazione si nutre di affetto e collaborazione: dalla Siberia alla Persia passando anche per l’Italia, sono numerosissimi i ritrovamenti di spazi funebri condivisi, come l’antesignano di Bonn-Oberkassel.

L'antico Egitto

Non è un caso se nell’Antico Egitto il protettore del mondo dei morti era il dio Anubi, un uomo con la testa di un cane, così come non è un mistero che il faraone Tutankhamon amasse circondarsi della compagnia dei cani, basti vedere la scena rappresentata nel Ventaglio ritrovato nella sua tomba.

Senza dimenticare i cani da guerra che gli antichi egizi scatenarono intorno al 1700 a.C. contro gli invasori Hyksos, inaugurando un’attitudine in voga ancora oggi.

L’origine del cane dall’Antica Grecia ad oggi

Compagno nella caccia, in guerra, di vita e anche di morte, il cane stringe un sodalizio preistorico con l’uomo che attraversa i millenni, fino all’VIII secolo a.C. quando, nell’Antica Grecia, le raffigurazioni cedono il passo alle parole e Argo, il fedele amico a quattro zampe dell’Ulisse di Omero – l’unico che riconosce l’eroe a vent’anni di distanza e del tutto mutato (dalla dea Atena) nell’aspetto –, diviene il simbolo dell’assoluta fedeltà all’uomo.

Il cane dimentica il suo padrone? Quanto tempo impiega?

Nel 331 a.C., durante la battaglia di Gaugamela, la sperimenta sulla propria pelle anche Alessandro Magno che, se non viene calpestato da un elefante da guerra persiano, è solo perché il suo cane lo salva all’ultimo, sacrificandosi.

Nell’Atene del IV secolo c’è poi Diogene di Sinope, il filosofo che ispirandosi alla vita randagia, indipendente, libera dalle passioni e devota al rigore morale dei quattro zampe, fonda la scuola dei cinici che dalla Grecia classica sbarca nella Roma imperiale conquistando molti adepti contrari alla corruzione dell’aristocrazia.

D’altra parte, nella città Caput Mundi, i cani sono ormai una presenza costante al fianco dell’uomo: lo accompagnano nelle battute di caccia, lo affiancano con le greggi e proteggono la sua casa.

E siamo ad oggi, perché una decina di millenni dopo il primo amore, il rapporto tra cane e uomo è sempre più una certezza: dal Medioevo al Terzo Millennio quando gli occhi si incontrano le differenze si annullano, sciogliendosi in abbracci e scodinzolii.

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