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giornata mondiale della poesia

I poemi dedicati agli amici a quattro zampe nella Giornata Mondiale della Poesia 2024.

© Africa Studio / Shutterstock

6 poesie su cani e gatti nella Giornata Mondiale della Poesia

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

aggiornato il

Il primo giorno di primavera, 21 marzo, è la Giornata Mondiale della Poesia. Celebriamo questa occasione con 6 poesie che parlano di cane e gatto.

Il 21 marzo 2024, è la Giornata Mondiale della Poesia. Per celebrare questa occasione speciale ci siamo lasciati ispirare dai nostri amici pelosetti e abbiamo deciso di condividere con i nostri lettori alcune poesie su cani e gatti.

La Giornata Mondiale della Poesia è stata istituita dall’Unesco nel 1999 e celebrata per la prima volta nel 2000. In questo giorno si vuol celebrare una delle forme di espressione e d’identità linguistica e culturale più preziosa per l’umanità intera. Attraverso la poesia si promuove il dialogo, la comprensione, la diversità e la pace.

Il cane notturno di Giovanni Pascoli

cane di notte in un campo
Il nostro celebre Giovanni Pascoli ha dedicato una poesia ad un cane che abbaia nella notte.© Pixabay 

Giovanni Pascoli (1855-1912), celebre poeta nostrano, ha dedicato una poesia al cane. Durante la notte, tra il silenzio della valle, interrotto dal canto dei grilli e dal mormorare del fiume Serchio, il poeta sente il latrato di un cane.

A partire dal suono di questo Cane notturno si apre un universo di domande senza risposta. 

Il cane notturno

Nell’alta notte sento tra queruli
trilli di grilli, sento tra il murmure
piovoso del Serchio che in piena
trascorre nell’ombra serena,

là nell’oscura valle dov’errano
sole, da niuno viste, le lucciole,
sonare da fratte lontane
velato il latrato d’un cane.

Chi là passando tardo per tacite
strade, fra nere siepi di bussolo,
con l’eco dei passi, in un’aia
destava quel cane, che abbaia?

Parte? Ritorna? Lagrima? Dubita?
Ha in cuor parole chiuse che battono
col suono d’alterno oriuolo?
Ha un’ombra, ch’è sola con solo?

Va! Va! Gli dice la voce vigile
sonando irosa di tra le tenebre.
Traspare dagli alberi folti
la casa, che sembra che ascolti...

Come tra il sonno, chiuse le palpebre
sue grandi... L’uomo dorme, ed un memore
suo braccio, sul letto di foglie,
sta presso la florida moglie.

E dorme nella zana di vetrici
la bimba, e gli altri piccoli dormono.
S’inseguono al buio con ali
di mosche i lor aliti uguali.

Uguali uguali, passano tornano
con ronzìo lieve, dentro le tenebre
cercandosi; e l’anime ancora
si cercano, sino all’aurora,

per le ignorate lunghe viottole
del sonno; e al fine si ricongiungono;
e scoppia sul fare del giorno
l’allegro vocìo del ritorno.

Ode al cane di Pablo Neruda

cane e uomo in un prato
Il poeta cileno Pablo Neruda comunica con il suo cane con gli occhi.© Pixabay

Anche Pablo Neruda (all’anagrafe Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto), poeta cileno Premio Nobel per la letteratura nel 1971, ha dedicato una poesia sull’amicizia sincera tra uomo e cane dal titolo Ode al cane.

Ode al cane

Il cane mi domanda
e non rispondo.
Salta, corre pei campi e 
mi domanda senza parlare
e i suoi occhi son due domande umide, 
due fiamme liquide che interrogano
e non rispondo,
non rispondo perché
non so, niente posso dire.

In mezzo ai campi andiamo
uomo e cane.

Brillano le foglie come
se qualcuno
le avesse baciate
ad una ad una,
salgono dal suolo
tutte le arance
a collocare
piccoli planetari
in alberi rotondi
come la notte, e verdi,
e uomo e cane andiamo
fiutando il mondo, scuotendo il trifoglio,
per i campi del Cile,
fra le limpide dita di settembre.

Il cane si arresta,
corre dietro alle api,
salta l'acqua irrequieta,
ascolta lontanissimi
latrati, orina su una pietra
e mi porta la punta del suo muso,
a me, come un regalo.

È la sua tenera impertinenza,
la comunicazione del suo affetto,
e lì mi chiese
con i suoi due occhi,
perché è giorno, perché verrà la notte,
perché la primavera
non portò nel suo cesto
nulla per cani vagabondi,
ma inutili fiori,
fiori e ancora fiori.

Questo mi chiede
il cane
e non rispondo.

Andiamo
uomo e cane uniti
dal mattino verde,
dall'eccitante vuota solitudine
in cui solo noi esistiamo,
questa unità di un cane rugiadoso
e un poeta del bosco,
perché non esiste l'uccello nascosto,
né il fiore segreto,
solo trilli e profumi
per i due compagni,
per due cacciatori compagni:
un mondo inumidito
dalle distillazioni della notte,
una galleria verde e poi
un gran prato,
una raffica di vento aranciato,
il sussurro delle radici,
la vita che cammina,
respira, cresce,
e l'antica amicizia,
la gioia
d'essere cane e essere uomo
tramutata
in un solo animale
che cammina muovendo
sei zampe
e una coda
intrisa di rugiada.

Il cane di Maria Vanni

cane da il cinque a donna
Maria Vanni fa parlare il suo cane in rima baciata. © Shutterstock

L’autrice di versi poetici per l’infanzia negli anni ’50 Maria Vanni, invece celebra il migliore amico dell'uomo con una poesia che sembra scritta da Fido, in versi di rima baciata. Il titolo è semplice: Il cane

Il cane

La casa guardo, la greggia guido,
nel folto bosco la fiera snido.
E al mio padrone caro mi fa
la sempre vigile mia fedeltà.

Pronto a seguirlo, pronto a sfidare
qualsiasi pericolo per lui salvare;
ogni catena dolce divien,
se il mio padrone presso mi tien.

Dai bianchi culmini del San Bernardo
le nevi scorro buono e gagliardo:
intento ai geniti del viator,
cui porto speme, vita e vigor.

Ed anche intrepido disfido l’onda
per trarne salvo sopra la sponda
l’uomo che male vi s’affidò,
o il bimbo incauto cui ‘l pié mancò.

Non paia strano questo mio detto:
insegno all’uomo stesso l’affetto;
quando, il padrone morto a seguire,
su la sua tomba corro a morire.

Il gatto di Charles Baudelaire 

gatto fissa il vuoto nel buio
Per Baudelaire il gatto è un fedele compagno. © Mookmixsth / Shutterstock

Il “poeta maledetto” Charles Baudelaire, ha messo invece la sua vena artistica a servizio dei felini, con una poesia sui gatti in cui l’artista riesce a cogliere tutte le sfaccettature del rapporto tra uomo e gatto

Il gatto

Vieni bel gatto, vieni sul mio cuore amoroso;
trattieni i tuoi artigli
ch’io mi sprofondi dentro i tuoi begli occhi d’agata e metallo.
Quando a bell’agio le mie dita a lungo
ti carezzan la testa e il dorso elastico,
e gode la mia mano ebbra al toccare il tuo corpo elettrico,
vedo in spirito la mia donna:
profondo e freddo come il tuo, il suo sguardo, bestia amabile,
penetra tagliente come fosse una freccia,
e dai piedi alla testa
una sottile aria, rischioso effluvio,
tutt’intorno gira al suo corpo bruno.

Musotondo di Lina Schwartz

gatto bianco e nero
Anche la poetessa Lina Schwarz ha dedicato qualche verso al gatto.© Pixabay

Allieva della già citata Maria Vanni, la poetessa per l’infanzia Lina Schwarz ha dedicato una poesia che elogia il suo gatto nel fisico e nel carattere. Ecco a voi Musotondo

Musotondo

Il mio gatto Musotondo
verdi ha gli occhi e il pelo biondo,
col nasetto impertinente
canzonar sembra la gente;

è una birba a tutta prova
che ogni dì ne fa una nuova.
Proprio adesso il bricconcello
si è cacciato in un cappello,

vi si affaccia da padrone,
quasi fosse il suo balcone,
e da lì contempla il mondo
il mio gatto Musotondo.

Il mio gattino di Jolanda Restano 

gatto con donna
La poetessa contemporanea Jolanda Restano ha parlato del gatto come rimedio contro la tristezza. © Vladimir Sitkovskiy / Shutterstock

Infine, concludiamo questa carrellata di poesie su cani e gatti con una composizione contemporanea di Jolanda Restano, che descrive perfettamente la gioia che porta nella vita di un gattaro il suo amico felino!

Il mio gattino

Quando sono un poco giù,
mesto e triste perlopiù,
sono solo e sconsolato
o, al contrario, un po’ agitato,
c’è una sola soluzione
per salvar la situazione!

Prendo in braccio
il mio gattino
e lo coccolo un pochino.
Poi lo abbraccio
e lo accarezzo:
il suo affetto non ha prezzo!
Fa le fusa, mi vuol bene,
così allevia le mie pene.

Sta con me, mi scalda il cuore,
mi regala un po’ d’amore.
E felice e in allegria
sempre sto in sua compagnia!
Il mio gatto, che bravura,
è per me la miglior cura!

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