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mummia di gatto egiziano

Ecco cosa c'è dentro una mummia di gatto egiziano.

© Égypte-actualités / Facebook; Gianni Dagli Orti/Collection Dagli Orti / Musée du Louvre

Aprono una mummia egizia di gatto ma all'interno trovano altro: ecco cosa

Di Pietroemanuele Abondazio

Pubblicato il

Un gruppo di studiosi ha analizzato una presunta mummia di gatto egizia in un museo. Al suo interno hanno trovato qualcosa di inaspettato.

Un team di ricercatori in Francia ha studiato una mummia di gatto egizia presente al museo Museo di Belle Arti a Rennes.

Dopo un'attenta analisi tramite scannerizzazione e digitalizzazione hanno trovato l'impensabile. 

Cosa c'è dentro la mummia di gatto egizia?

La presunta mummia di gatto egizia è in realtà un pupazzo con al suo interno varie componenti ossee di alcuni felini ed un gomitolo di stoffa al posto della testa. Hanno anche creato una copia fatta di resina del suo interno da esporre al museo, vicino all'originale. 

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A distanza di anni si è giunti alla particolare verità, grazie al lavoro tra l’Università di Rennes 1 e il Research Institute of Computer Science and Random Systems.

Inizialmente hanno sfruttato la scansione in 3D che gli ha permesso di scrutare l'interno del pupazzo, composto dai resti di tre differenti tipologie di felini. La parte più stramba resta comunque la scelta nell'utilizzo del gomitolo che funge da capo. 

La parola agli esperti

Come riporta La Stampa, l'egittologa del Museo egizio di Torino Divina Centore ha spiegato che pratiche simili erano in realtà comuni. Dopo aver scansionato vari sarcofagi e innumerevoli mummie animali presenti al museo torinese, ha confermato che:

Dalle scansioni abbiamo potuto vedere i corpi mummificati sotto i bendaggi, ma capita spesso di trovare solo una parte del corpo, alcune ossa o piume, rappresentative del tutto.

Le motivazioni

Alla base di queste atipiche mummificazioni ci sono principalmente due motivi. Come nel caso di questo micio fantoccio, è probabile che sia stato creato per chiedere una grazia agli dei, ma il suo ideatore non aveva le possibilità economiche di possedere una mummia originale. Di conseguenza sono stati sfruttati «elementi rappresentati, come delle ossa, usando poi come riempitivo materiali naturali o di altro utilizzo».

L'altra motivazione è da ricercare in una vera e propria moda tra il 664 e il 332 a.C., che portava spesso alla contraffazione di tali opere. Un esempio eclatante è quello di un sarcofago per bambini ma che all'interno presentava i resti di alcuni volatili. L'affermazione dell'egittologa è chiara:

Questo ci fa capire che forse i gatti non erano così sacri per gli Egizi rispetto a come ci piace pensare.

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