Il 2025 è cominciato in provincia di Bari, a Cassano delle Murge, con un atto di violenza inaudita e inspiegabile. Un cane è stato legato e trascinato in strada. Nonostante l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine e la denuncia ai danni di padre e figlio, responsabili dell’atto, ci si chiede se la sola applicazione delle leggi vigenti sia sufficiente.
La vicenda di Rambo, il cane di 6 anni vittima di questa crudeltà e salvato per miracolo, è solo l’ennesimo caso di maltrattamento animale, che porta alla ribalta un problema sistemico: l’incapacità di prevenire queste atrocità.
La comunità reagisce, ma il sistema fallisce
A seguito delle segnalazioni di alcuni residenti, Carabinieri e Polizia Locale sono intervenuti lungo la Provinciale 145, bloccando il veicolo all’altezza di Parco Lavecchia.
I due uomini a bordo, proprietari del cane, sono stati immediatamente denunciati alla Procura della Repubblica di Bari per maltrattamenti aggravati. Il cane è stato soccorso e trasferito in una clinica veterinaria dove riceverà cure per le ferite riportate.
L’indignazione è unanime, con la LNDC Animal Protection (Lega Nazionale per la Difesa del Cane) che chiede pene esemplari. Tuttavia, gli episodi di violenza contro gli animali sembrano ripetersi ciclicamente, alimentando il dubbio che le attuali normative e le campagne di sensibilizzazione non siano strumenti sufficienti.
La crudeltà di questo gesto solleva interrogativi più ampi sulla percezione degli animali nella nostra cultura e sul ruolo delle istituzioni nell’educare al rispetto.
Basta indignarsi: serve un cambio di paradigma
Rambo, che ha riportato gravi lesioni, sarà messo in adozione una volta guarito. Il Canile Sanitario di Cassano Murge, che si sta occupando della sua riabilitazione, ha lanciato un appello per trovare una famiglia amorevole che gli offra una nuova vita.
Questa vicenda non è solo un fatto di cronaca, ma un simbolo di quanto sia necessario ripensare le politiche di tutela animale.
Le leggi contro il maltrattamento non dovrebbero solo punire, ma anche prevenire. È urgente investire nell’educazione delle nuove generazioni e nella formazione di una rete di vigilanza sul territorio.
Rambo troverà forse una nuova casa e cure per le sue ferite, ma il vero cambiamento sarà possibile solo se la società smetterà di considerare questi episodi come “eccezioni” e inizierà a riconoscerli come sintomi di un problema culturale radicato.