Due cani, un Pit Bull maschio e una femmina di Husky, rinchiusi in gabbie anguste, senza cibo, tra i propri escrementi. È questo lo scenario scioccante che si è presentato agli occhi della Polizia Municipale di Arezzo e dei veterinari della Asl, intervenuti a marzo 2024 in località Palazzo del Pero.
Grazie alle segnalazioni e all’azione immediata dell’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), i due animali sono stati sottratti a un destino di sofferenza e abbandono. Oggi, dopo un lungo percorso giudiziario, è arrivata la sentenza: due mesi di reclusione (con pena sospesa), 3.000 euro di multa e l’obbligo di risarcire le spese mediche e legali sostenute per salvare i due cani.
Dalla crudeltà alla speranza: il futuro dei due cani
Il Pit Bull, ritrovato in condizioni particolarmente gravi — affetto da una grave congiuntivite cronica e lesioni oculari sanguinanti — è ancora in attesa di adozione. L’Husky, invece, ha già trovato casa ed è stata accolta da una giovane coppia.
Entrambi gli animali hanno ricevuto cure veterinarie grazie all’impegno dei volontari dell’Enpa e della rete legale che ha portato avanti il caso, ottenendo anche la confisca definitiva degli animali all’ex proprietario.
Ecco cosa ha dichiarato Alessandra Capogreco, presidente della sezione Enpa di Arezzo.
È una bella sentenza, che gratifica l’impegno dei nostri volontari e sancisce un principio di civiltà: gli animali sono esseri senzienti.
Un precedente giuridico importante
Il valore di questa condanna va oltre il singolo caso. Come evidenziato dall’Enpa, per ciascun cane è stata riconosciuta una diversa fattispecie di reato: maltrattamento per il Pit Bull, detenuto in condizioni sanitarie gravissime, e detenzione incompatibile per la Husky.
Questo orientamento giurisprudenziale potrebbe costituire un precedente fondamentale per futuri interventi delle Guardie Zoofile, permettendo una contestazione più precisa delle violazioni.
L’Enpa sta inoltre valutando un’azione civile per ottenere un risarcimento completo. Intanto, mentre l’Husky gode finalmente di una nuova vita, resta aperto l’appello per chi desideri adottare il Pit Bull, ancora in canile ma pronto ad amare e a fidarsi ancora.
Una storia di sofferenza, ma anche di giustizia e speranza.