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Hamilton e Roscoe

Lewis Hamilton saluta Roscoe: “Addio al mio migliore amico”.

© lewishamilton/Instagram

Addio a Roscoe, il bulldog di Lewis Hamilton: “Ho dovuto lasciarlo andare”

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

Pubblicato il

Dopo 4 giorni in terapia intensiva, Hamilton saluta il suo bulldog Roscoe: “La decisione più difficile della mia vita”. L'annuncio del decesso.

Lewis Hamilton ha annunciato il 29 settembre 2025 la morte del suo inseparabile bulldog Roscoe, deceduto la sera del 28 settembre tra le sue braccia dopo quattro giorni in terapia intensiva. Il pilota ha spiegato di aver dovuto prendere la decisione più dolorosa, accompagnando il suo compagno verso l’addio, e ha ringraziato chi ha seguito con affetto la battaglia del cane nelle ultime ore.  

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Cos’è successo a Roscoe

Nei giorni precedenti, Hamilton aveva raccontato sui social che Roscoe aveva avuto una ricaduta di polmonite e faceva fatica a respirare. 

Ricoverato e sedato per gli accertamenti, durante le procedure il cuore del cane si era fermato; i veterinari erano riusciti a rianimarlo, ma Roscoe era stato mantenuto in coma nel tentativo di stabilizzarne le condizioni. Si era programmato un tentativo di risveglio, poi il crollo definitivo.  

Il sette volte campione ha descritto il susseguirsi di ore difficilissime, fino alla decisione di “lasciarlo andare” dopo quattro giorni di trattamenti intensivi in cui il cane “ha lottato con ogni briciolo di forza”. Il decesso è avvenuto domenica 28 settembre in serata.

A testimonianza del legame profondo, Hamilton aveva rinunciato a impegni professionali – tra cui i test gomme al Mugello e un’apparizione al Ferrari Show durante la settimana della moda di Milano – per restare accanto a Roscoe.

Il messaggio di Hamilton e l’onda d’affetto

Nel suo post, Hamilton ha definito l’eutanasia “una delle esperienze più dolorose”, esprimendo vicinanza a chi ha attraversato la perdita di un animale amato. Ha scritto di sentirsi “grato e onorato” per aver condiviso la vita con “un’anima così bella”, ricordando come accogliere Roscoe sia stata “la decisione migliore” della sua vita. Parole che hanno generato un’immediata ondata di messaggi e ricordi da parte di tifosi e proprietari di cani in tutto il mondo.

Per Hamilton, Roscoe non era solo una presenza costante nel paddock e sui social: era un antidoto alle pressioni del circus e un compagno di viaggio in ogni momento, dalla tranquillità della vita quotidiana alle vette dello sport. Anche la trainer che lo seguiva quando il pilota era in gara, l’americana Kirstin McMillan, ha condiviso un lungo messaggio invitando a pregare per lui nelle ore più critiche, sottolineando quanto fosse inatteso e improvviso il peggioramento.

Un addio che parla a tutti

Le parole del pilota toccano una corda universale: l’inevitabilità di scelte difficili quando le cure non bastano più e la responsabilità di alleviare la sofferenza di chi amiamo. La storia di Roscoe ricorda la fragile grandezza del legame con i nostri animali: un amore fatto di quotidianità, di cure e di reciprocità, che continua nei ricordi e nelle abitudini che restano.

Hamilton lo ha detto con semplicità: amare così profondamente ed essere amati allo stesso modo è “una delle parti più belle della vita”. Un messaggio che molti hanno riconosciuto, trasformando il dolore privato del campione in un lutto condiviso, rispettoso e pieno di gratitudine per la gioia che un cane può portare.  

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