«Abbiamo trovato il tuo cane». Queste sono state le cinque parole che hanno fatto battere forte il cuore della famiglia Garrido Quero il 24 gennaio 2022.
Il loro amato Dico, un Pastore Tedesco, era scomparso più di 6 anni fa vicino a Granada, in Spagna, e ora possono finalmente riabbracciarlo.
Nessuno se l'aspettava
«Eravamo tutti scioccati. Volevo solo sapere come stava il mio cane e chi lo aveva per poterlo andare a prendere», ha raccontato con emozione Jose a Wamiz Spagna.
La persona che ha trovato il suo cane, Pepa Tenorio, gli ha inviato un video perché potesse vederlo prima di andare a prenderlo:
Pepa Tenorio Dico sembrava molto giù, senza forze... eravamo molto emozionati nel vederlo, è stato molto difficile finché non l'abbiamo avuto di nuovo tra le nostre braccia.

Ritrovato in una strada di Iznalloz
La famiglia di Dico si è recata sulla strada che collega i comuni di Iznalloz e Deifontes nella provincia di Granada. Lì li aspettava Pepa con il loro cane. Lei e il suo compagno stavano passando lungo quella strada quando si sono imbattuti in «un Pastore Tedesco gigante».
«Ho fermato la macchina, gli ho dato da mangiare e quando gli ho passato il lettore di microchip... aveva un chip!», ha detto Pepa a Wamiz. La sorpresa della giovane donna è giustificata. Infatti solo poco più del 34% dei cani abbandonati in Spagna ha un microchip.
Pepa è una nota soccorritrice di cani e gatti in difficoltà della provincia e porta sempre il lettore di microchip nella sua auto. La giovane donna ha fatto anche alcuni controlli presso la clinica veterinaria dove porta i suoi cani ed è così che ha trovato la famiglia di Dico.

L'abbraccio più sognato: Dico torna a casa
Dico è stato perso l'11 settembre 2015. Aveva un anno e mezzo. «Eravamo nell'officina di famiglia. Al cane piaceva stare con noi. Si metteva davanti alla porta», ricorda Jose, «lo tenevamo sempre d'occhio e all'improvviso, in un attimo, non c'era più».
«Quando è scomparso è stato pazzesco. Io, mio padre e un altro collega abbiamo preso ognuno una macchina e ci siamo divisi cercando nelle diverse aree della zona industriale di Juncaril ad Albolote. Abbiamo cercato ovunque, ma niente. Sembrava che il cane fosse stato inghiottito nel nulla».
Jose racconta che l'hanno cercato anche in posti impossibili nei dintorni. «Abbiamo affisso volantini, abbiamo offerto una ricompensa... Abbiamo anche presentato una denuncia alla polizia, ma ci hanno detto che non sarebbe servito a niente...».

Anche se il cane apparteneva a tutta la famiglia, la persona a cui Dico era più legato era il padre di Jose: «Passava tutto il giorno con lui e mio padre morì con il dolore di non aver ritrovato il suo amato cane. Questo ci ha addolorato molto».
Tra la scomparsa del cane e la morte del padre di Jose sono passati appena due mesi. Con il tempo e con la tristezza nel cuore, la ricerca di Dico cominciò comunque a mitigarsi anche se, dice Jose, «non abbiamo mai perso la speranza di rivederlo».
Sei anni e quasi cinque mesi dopo, la speranza è diventata realtà. Tutta la famiglia è andata a prendere Dico la mattina del 24 gennaio. «Quando il cane è uscito dalla macchina di Pepa... Non potevamo smettere di toccarlo, abbracciarlo e piangere. È stato come recuperare una parte del legame con nostro padre».

Subito dal veterinario
Dico è ormai da qualche giorno in quella che è sempre stata la sua casa. «L'animale è cambiato quasi da un giorno all'altro. È più felice, più attivo. Passa tutto il giorno a seguirmi, non si allontana mai da me».
La famiglia ha portato Dico dal veterinario il giorno dopo averlo riabbracciato. Nonostante l'aspetto fisico del cane, le ferite e la magrezza, tutte le analisi si sono rivelate buone. «Il cane sta meglio di me! Anche il test della leishmaniosi è negativo», dice Jose, felice.
«Ora al mio cane non manca nulla! Tutto quello che gli diamo non è ancora sufficiente per farlo recuperare completamente, per fargli venire la voglia di giocare e di essere forte e felice. Si vede nei suoi occhi che ha sofferto molto, ma sa che ora è al sicuro a casa sua».

L'importanza del microchip
Anche se in Spagna il microchip è obbligatorio per cani e gatti, molte persone scelgono di non metterlo, anche se questo può far incorrere in multe di più di 600 euro.
«Storie come quella di Dico accadono raramente perché la maggior parte dei cani che troviamo per strada non sono microchippati», dice Pepa Tenorio.
Oltre a questo, insiste Pepa, c'è il fattore umano che entra in gioco: «So che è difficile, che molti preferiscono non essere coinvolti. Ma quando si vede un cane abbandonato si possono fare molte cose: pubblicare una sua foto sui social network, chiedere aiuto a un'associazione, cercare un canile... Si può fare di più che voltarsi dell'altra parte».
Dico avrebbe potuto essere solo uno dei tanti cani che vengono abbandonati ogni giorno in Spagna. Invece, grazie al microchip del cane, è potuto tornare dalla sua famiglia.
E il destino ha voluto che Dico incrociasse proprio Pepa a Iznalloz, il comune che dà anche il nome alla strada in cui si trova l'officina di famiglia dove Dico amava passare le sue giornate. Ed è così anche oggi che il cagnolino ha 8 anni.
Una storia a lieto fine che scalda il cuore. Buona nuova vita, Dico, da parte di tutti noi di Wamiz!