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Cani radioattivi di Chernobyl

Le rivelazioni scientifiche sui cani radioattivi di Chernobyl.

© Dogs of Chernobyl / Facebook

I cani di Chernobyl sono un mistero per la scienza: ecco come le radiazioni hanno mutato i randagi

Di Ilenia Colombo Redattrice | Community Manager | Traduttrice

Pubblicato il

Che effetto hanno le radiazioni nucleari su un organismo? Un team americano ha decifrato i genomi dei cani radioattivi di Chernobyl.

Il più grande disastro nucleare mai verificatosi è avvenuto nell'aprile del 1986 a Pryp"jat', poco distante da Chernobyl, in Ucraina.

In seguito a ciò, le nubi radioattive hanno raggiunto gran parte dell’Europa e oltre 300 mila persone sono state costrette ad evacuare le città contaminate.

Purtroppo, in tanti non hanno potuto portare con sé i propri animali domestici, che sono rimasti sul posto. Ma cosa è successo ai cani radioattivi di Chernobyl e alla fauna locale?

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Cani radioattivi di Chernobyl: le condizioni oggi

Sebbene il ministero dell'Interno ucraino, poco dopo il disastro, abbia dato l'ordine di sopprimere tutti gli animali randagi o abbandonati per evitare contaminazioni radioattive, sembra che molti siano sfuggiti ai cacciatori abbastanza da ricostituire numerosi branchi intorno a Chernobyl.

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Con sorpresa degli ambientalisti e dei ricercatori, sia gli animali selvatici che i cani domestici in libertà hanno prosperato nella zona disastrata di circa 1.600 km².

Fino ad ora, l'effetto delle radiazioni era stato studiato solo sui topi, ma non era mai stato condotto alcuno studio genetico sui grandi mammiferi.

Questi animali potrebbero insegnarci qualcosa, motivo per cui, dopo aver lavorato a lungo sulla genetica e sulla distribuzione dei cani randagi a Chernobyl e nell'aera adiacente, i ricercatori del National Institutes of Health e dell'Università della Carolina del Sud hanno pubblicato i loro primi risultati nell'edizione del 3 marzo di Science Advances.

Vivendo per decenni sotto radiazioni estreme, gli animali e i cani radioattivi di Chernobyl sono diventati un singolare esperimento di vita al limite: cosa significa vivere e riprodursi in uno degli ambienti più ostili che si possano immaginare?

Nella zona di esclusione di Chernobyl vivono diverse famiglie di cani

Ad esempio, il DNA analizzato da Gabriela Spatola e dai suoi colleghi del National Human Genome Research Institute nel Maryland (USA) suggerisce che in un raggio di 45 chilometri dalla centrale nucleare siano presenti 15 branchi diversi, ciascuno con diversi gradi di mutazioni genetiche.

È stato anche dimostrato che gli animali preferiscono accoppiarsi con esemplari della stessa specie che si trovano nelle vicinanze. Questi, a loro volta, furono esposti a una contaminazione radioattiva simile.

Perché studiare gli animali radioattivi di Chernobyl?

Studiare gli animali che vivono nelle zone contaminate dalle radiazioni potrebbe darci informazioni preziose riguardo i danni a lungo termine che gli esseri umani subiscono lavorando in ambienti simili.

Potrebbe anche rivelare i modi in cui questi animali si sono adattati, selezionando nel corso delle generazioni i geni che conferiscono resistenza alle radiazioni e agli altri fattori di stress (come freddo o scarsità di cibo).

In futuro, gli scienziati potrebbero utilizzare quelle informazioni genetiche per costruire terapie o dispositivi di protezione che imitano quegli adattamenti, aiutando ad esempio gli operai delle centrali nucleari, o addirittura proteggendo gli astronauti in missione spaziale.

È un armageddon nucleare, una specie di orwelliano in molti modi. Ma in realtà è estremamente utile per noi.

Tim Mousseaubiologo presso l'Università della Carolina del Sud

Gli effetti delle radiazioni sui cani di Chernobyl

Tim Mousseau studia gli effetti delle esposizioni radioattive sugli animali che vivono nella zona dal 1999.

Il co-autore di Science Advances ha spiegato che è stato dimostrato che i cani di Chernobyl soffrono di cataratta a un tasso superiore alla media. Tuttavia, gli esperti sono ancora restii a rilasciare dichiarazioni su altre anomalie, sebbene siano stati esaminati anche fattori come tumori, cervelli più piccoli del normale o cambiamenti nella simmetria corporea.

«La popolazione di cani di Chernobyl offre un grande potenziale per gli studi sulla gestione delle risorse ambientali in una popolazione in ripresa», conclude lo studio. In questo senso, i cani continueranno a essere al centro dell'interesse scientifico.

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