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Acchiappalevrieri: l'associazione che salva più di 300 cani all'anno.

© Acchiappalevrieri/Facebook

Varese. Un’associazione salva più di 300 cani all’anno grazie al cuore e alla tecnologia

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

Pubblicato il

A Varese l’’associazione di volontari Acchiappalevrieri salva oltre 300 cani all’anno: gratis, giorno e notte, con droni, gabbie e una dedizione assoluta.

Nel cuore della Lombardia, a Varese, c’è un gruppo di eroi silenziosi che, armati di tecnologia, intuito e una passione incrollabile, si dedica al recupero dei cani smarriti. Sono i volontari di Acchiappalevrieri, un’associazione unica che ogni anno riporta a casa centinaia di animali, senza mai chiedere nulla in cambio.

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Una missione nata per amore (e per un Levriero)

Tutto è cominciato con un Levriero fuggito, e con la caparbietà della sua umana, Debora Fiora, che ha trasformato la propria disperazione in determinazione. Da quella prima avventura è nata Acchiappalevrieri, oggi una rete di volontari attivi tra Varese, il Comasco e perfino il Canton Ticino.

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In oltre dodici anni di attività, il gruppo ha recuperato più di duemila cani, costruendo una vera e propria organizzazione di salvataggio canino, dotata di strumenti all’avanguardia come droni con termocamere, fototrappole, binocoli notturni e gabbie telecomandate.

Debora, decoratrice di professione, guida un furgone trasformato in una centrale operativa mobile. Con lei collaborano la sorella Veronica, il marito Andrea e una rete di amici e volontari pronti a muoversi a qualsiasi ora. Dormono in auto, affrontano boschi e zone impervie, ma non si arrendono mai: anche dopo mesi di tentativi, non mollano finché il cane non torna a casa.

Consigli, droni e comunità: come funziona una ricerca

Quando un cane si perde, spesso i proprietari entrano nel panico. Acchiappalevrieri allora interviene con un protocollo chiaro: consigli pratici, come restare nel punto in cui l’animale è scomparso, lasciare aperto il cancello di casa, o diffondere l’annuncio sui gruppi social locali. Se necessario, partono le ricerche sul campo, con l’uso di droni e appostamenti nei luoghi più improbabili.

Ogni operazione è anche un momento di solidarietà collettiva. Gli abitanti dei luoghi coinvolti collaborano, segnalano avvistamenti, si attivano con entusiasmo. E, in qualche caso, è proprio questa rete a fare la differenza tra un fallimento e un ricongiungimento commovente.

La ricerca non è mai improvvisata: richiede empatia, logica e dedizione. Debora spiega: 

Devi imparare a pensare come il cane che stai cercando

E dietro ogni salvataggio c’è una storia, un legame che si rinnova, e un’emozione che non si dimentica.

L’esperienza di Acchiappalevrieri ci insegna che l’amore per gli animali non si esprime solo con carezze e croccantini, ma anche con il sacrificio, la tenacia e un’enorme capacità di ascolto. In un’epoca in cui troppo spesso si parla di animali solo per moda, questi volontari ricordano con forza che ogni cane è una vita che merita di essere ritrovata.

E, quando succede, non è solo una coda che torna a scodinzolare: è una comunità che si riscopre unita e un legame che si ricuce, più forte di prima.

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