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gatto down

Esiste davvero un gatto down?

© Banglens / Shutterstock

Esistono i gatti down?

Verificato da un esperto del mondo animale, Francesco Reina , Assistente Veterinario
Di Clara Amodeo Redattrice

aggiornato il

Si è tanto sentito parlare di Monty, gattino affetto da una sindrome tipicamente umana. Ma siamo sicuri che il gatto down esista davvero?

Si sente spesso parlare di malattie che colpiscono tanto gli animali quanto gli umani: è il caso, per esempio, del raffreddore, della toxoplasmosi o di alcuni parassiti che danno fastidio tanto ai quattro zampe quanto a noi. Ma è possibile che certe malattie genetiche colpiscano entrambi? O, meglio, è possibile che la sindrome di down dia del filo da torcere anche ai pelosetti in nostro possesso, dando così origine a quello che da più parti viene chiamato gatto down?

In questo articolo cercheremo di capire a cosa è dovuta questa anomalia genetica e quali disturbi porti la sindrome di down.

A cosa è dovuta la sindrome di down? Le alterazioni genetiche

Come riporta il sito dell’Aipd (Associazione italiana persone down):

«Il nostro corpo è costituito da tantissime cellule [...] Nelle cellule degli esseri umani ci sono 46 cromosomi, divisi in 23 coppie [...]: 23 cromosomi vengono dalla madre, 23 cromosomi vengono dal padre. I 23 cromosomi della madre si uniscono ai 23 cromosomi del padre: in questo modo si forma una nuova cellula con 46 cromosomi. L’insieme di questi cromosomi definisce le caratteristiche di ogni persona, che in parte vengono dai suoi genitori, in parte da come sono mischiate queste caratteristiche. [...] Nella coppia di cromosomi numero 21 di chi ha la sindrome di Down, ci sono 3 cromosomi invece di 2. Per questa ragione la sindrome di Down si chiama anche Trisomia 21».

Come si manifesta la Trisomia 21? Anomalie fisiche e non

La sindrome si manifesta attraverso un ritardo nella capacità cognitiva e nella crescita fisica, oltre che a un particolare insieme di tratti somatici.

Ma è bene fare una precisazione: laddove tutti i casi diagnosticati presentino un ritardo cognitivo, la disabilità è molto variabile tra gli individui affetti. La maggior parte, infatti, rientra nella gamma di «poco» o «moderatamente disabili» dal punto di vista della capacità motoria.

Il gatto con sindrome di down (o forse no?)

Il motivo per cui ci stiamo interrogando sulla sindrome di down nei gatti (e, in generale, sull’esistenza di animali con un'anomalia al cromosoma 21) è dovuta al fatto che, in tempi non sospetti, su certi media italiani è circolata la notizia di un gatto down: si trattava di Monty, trovatello recuperato dalla strada da una coppia danese che lo ha adottato e fatto crescere tra le mura della propria abitazione.

Gli articoli riportavano di una crescita molto lenta, dovuta dal fatto che la sindrome della quale era affetto questo "gatto down" aveva impedito un pieno sviluppo dell’animale, al punto che, dopo qualche anno, i suoi padroni, nell’impossibilità di crescerlo autonomamente, avevano deciso, per il suo benessere, di consegnarlo a un gattile che potesse studiare l’incidenza della sindrome di Down sui gatti. Una notizia che aveva commosso il popolo della rete, al punto che il profilo del piccolo gatto aveva fatto registrare un’impennata di fan, cresciuti poco tempo dopo l’uscita della notizia.

Ma non è passato molto tempo dalla pubblicazione della storia di Monty che un famoso sito di debunking (la pratica di mettere in dubbio o smentire - basandosi su metodologie scientifiche - affermazioni false, esagerate, antiscientifiche) ha risposto con una presa di posizione molto rigida: non si può parlare di sindrome di Down nei gatti. In definitiva, chi aveva ragione?

Come capire se un gatto è down?

Non esiste una condizione medica nota come "gatto down". Tuttavia, ci sono alcune malattie e condizioni che possono causare sintomi simili a quelli di una persona con sindrome di Down.

Se noti un cambiamento nel comportamento del tuo gatto o se sembra avere difficoltà a fare cose che faceva facilmente in passato, potrebbe essere il momento di portarlo dal veterinario per un esame approfondito. Alcuni sintomi comuni includono letargia, perdita di appetito, vomito, diarrea, difficoltà respiratorie, debolezza muscolare e convulsioni. Il veterinario esaminerà il tuo gatto e potrebbe raccomandare test di laboratorio o diagnostici per determinare la causa dei sintomi. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo possono aiutare a prevenire complicazioni gravi e migliorare le probabilità di guarigione del tuo gatto.

Ma quindi esistono gatti con sindrome di down?

Quest’ultima domanda ha una semplice risposta: no, non esistono i gatti down. Questo perché tale malattia genetica colpisce solo il genoma umano che, come ben sappiamo, è assai diverso da quello di un gattone. Di certo, anche i gatti (e come loro tutti gli animali) possiedono determinate informazioni genetiche organizzate seguendo una sequenza specifica contenuta nel DNA. Non solo.

Anche i gatti possiedono i cromosomi che, come quelli degli uomini, possono alterarsi dando origine a problemi e difficoltà cognitive, fisiologiche o anatomiche (come i topi da laboratorio che possono presentare una trisomia nel numero 16).

Il problema cromosomico

Tuttavia, questo discorso non è applicabile alla sindrome di down, malattia che colpisce solo gli esseri umani e che implica una trisomia nel numero 21.

La verità su Monty, il gatto down

Quello che tutti avevano definito un “gatto down”, in realtà, aveva sì un problema genetico che, tuttavia, gli aveva causato “solo” una deformazione al setto nasale, facendo sì che, guardandolo, sul muso gli occhi risultassero posizionati in maniera differente rispetto agli altri gatti.

Difficoltà, questa, che ha aiutato i padroni umani raccogliere fondi per il rifugio animali dove è stato adottato.

Si può parlare di trisomie nel felino? Ecco quanti cromosomi ha un gatto

I gatti ne hanno 38. Questi contengono il materiale genetico che determina le caratteristiche fisiche e comportamentali del gatto e sono presenti nelle cellule del suo corpo, inclusi i suoi gameti (ovuli e spermatozoi) che portano la metà del numero normale, ovvero 19.

Anche i gatti possono presentare trisomie, che consistono in una anomalia cromosomica in cui un determinato cromosoma è presente in tre copie invece che in due, come avviene normalmente. In particolare, è stata identificata una trisomia nei gatti, nota come sindrome di Klinefelter felina, che è analoga all'omonima umana. Questa condizione si verifica quando un gatto maschio ha due cromosomi X e uno Y anziché uno solo X e uno Y, come avviene normalmente nei maschi. La sindrome di Klinefelter del gatto può causare problemi riproduttivi e comportamentali, come ad esempio una maggiore tendenza all'aggressività o alla territorialità.

Tuttavia, è importante sottolineare che tali condizioni nei mici sono relativamente rare e che la maggior parte dei gatti è geneticamente normale.

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