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naso di cane in primo piano

Il fiuto dei cani è prezioso.

© Robin D. Williams / Shutterstock

Precisione al 90%: il fiuto dei cani riesce a svelare un'importante malattia umana

Di Grazia Fontana Country Manager

Pubblicato il

Un nuovo studio ha individuato le potenzialità del fiuto dei cani che si rivela in grado, il 90% delle volte, di individuare un'importante malattia umana.

Il fiuto dei cani potrebbe essere il nuovo strumento di diagnosi precoce del Morbo di Parkinson nell'uomo

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista pre-print bioRxiv da Lisa Holt e Samuel Johnston, membri dell'organizzazione PADs for Parkinson’s, dopo avere osservato diverse razze di cani addestrati.

Il sebo dei malati di Parkinson

La Malattia di Parkinson è caratterizzata da un aumento nella produzione di sostanze chimiche uniche nel sebo delle persone affette. Poiché la diagnosi della malattia presenta ancora una percentuale relativamente alta di errori, la comunità scientifica si è concentrata su queste sostanze chimiche come possibile strumento di identificazione.

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I cani, dotati di un olfatto fino a 100.000 volte più potente rispetto al nostro, possono rilevare composti organici associati a diverse patologie, come tumori, diabete, malaria e persino Covid-19.

Per valutare l'efficacia del fiuto canino nella rilevazione del Parkinson, i ricercatori hanno coinvolto 23 cani appartenenti a 16 razze diverse, tra cui Golden Retriever, cani da pastore, Pomerania e Mastiff. I campioni di sebo sono stati prelevati da 43 individui con diagnosi di Parkinson e altri da 31 in salute.

Dopo un addestramento di otto mesi, i cani sono stati in grado di comunicare la presenza della malattia attraverso comportamenti specifici come sedersi, abbaiare o alzare una zampa, ottenendo una ricompensa ogni volta che individuavano correttamente i composti associati al Parkinson.

L'accuratezza dei risultati

Complessivamente, i cani hanno dimostrato un'accuratezza media dell'86% nel rilevare i campioni provenienti dai pazienti affetti da Parkinson, riuscendo a evitare l'89% delle volte i campioni provenienti da volontari sani. Lisa Holt ha sottolineato che, una volta completato l'addestramento, sarà possibile verificare la capacità dei cani di individuare il Parkinson in una fase molto precoce, prima che si manifesti l'intera gamma di sintomi.

Questo studio non solo fornisce prove concrete dell'esistenza di composti organici nel sebo dei pazienti, ma dimostra anche che l'addestramento dei cani può aprire la strada a futuri sviluppi nel campo della diagnosi precoce e non invasiva delle malattie.

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