Bisogna sempre far attenzione quando si decide di acquistare un animale domestico. Alcuni allevamenti, infatti, possono far leva sulla buona fede della gente per agire nella più totale illegalità.
Ma quando oltre alla legge giuridica si infrange anche quella morale, puntare il dito non basta. Servono pene più severe. Ed è proprio quello che speriamo che accada ai protagonisti (in)umani di questa vicenda.
Un blitz inatteso
Il 17 settembre 2020, un blitz delle guardie ecozoofile dell’Oipa di Udine e dei Carabinieri ha portato alla luce la “truffa del gatto”: esemplari spacciati come gatti di razza (Maine Coon, Ragdoll, ecc.) erano in realtà senza pedigree.
Ma, purtroppo, non è tutto.
I felini venduti online su subito.it come esemplari di razza con un costo tra i 150 e i 400 euro, erano dichiarati in possesso di microchip e vaccini.
La realtà è ben diversa.
I Mici e la denuncia
I gattini si sono rivelati degli esemplari europei.
Inoltre, una volta portati a casa dei nuovi padroni, i Mici risultavano affetti da patologie come parvorirosi o coccidosi, da parassiti interni ed esterni o otiti. Purtroppo molti di questi non sono riusciti a sopravvivere nonostante il tempestivo intervento del veterinario.
Alcuni acquirenti hanno denunciato l’accaduto ed è così partita un’indagine congiunta tra nucleo ecozoofilo e alcuni reparti dei Carabinieri per i reati di truffa e maltrattamento animale.
I mesi di indagini sono culminati in un blitz all’interno della casa del venditore di tali cuccioli, un noto ex allevatore della provincia di Udine, con precedenti per maltrattamenti animali. Il video del sequestro è stato condiviso sulla pagina facebook dell'OIPA di Udine.
Cosa accadrà?
L’uomo deteneva sedici cuccioli di gatto, di età compresa tra il mese e mezzo e i tre mesi, rinchiusi in gabbie per roditori in condizioni igienico sanitarie degradate.
La reclusione ha rischiato di pregiudicare il corretto sviluppo dei piccoli, alcuni dei quali con escoriazioni sul muso a causa dello sfregamento con le sbarre.
I felini sono stati sequestrati e portati in una struttura veterinaria per essere sottoposti a controllo.
L’uomo, ai domiciliari per maltrattamenti animali, si è visto revocare tale beneficio per continuare a scontare la pena in un carcere. Scopriremo in seguito che pena verrà aggiunta per questo altro reato.
I piccoli adesso cercano persone affidatarie che si occupino di loro.
L’associazione Amici di Poldo: 393.53.79.331
Guardie Zoofile: 331.40.23.500