Perché diamo un nome al cane? La risposta a questa domanda non è immediata come potremmo aspettarci e per rispondere dobbiamo effettuare una serie di valutazioni importanti su logica, grammatica e comportamento del nostro amico a 4 zampe.
Il nome per attirare l’attenzione
Quante volte ci sarà capitato di trovarci in un ambiente chiassoso, ma sentendo pronunciare il nostro nome, seppure da una voce non familiare, ci siamo subito accigliati ad ascoltare nella direzione da cui è partito il suono?
Questo tipo di comportamento istintivo, che ci permette di concentrarci sul suono del nostro nome, chiedendoci chi ci ha chiamati e perché, è una caratteristica che appartiene anche al cane.
Il nome di un cane ha lo stesso potere di attirare la sua attenzione e focalizzarla, per poi eventualmente dare un comando.
Il nome nell’addestramento
Sebbene possa sembrare una cosa piuttosto scontata, educatori e comportamentisti canini sono divisi su questo tema.
C’è infatti una fetta di addestratori che istruisce i padroni a precedere ogni comando con il nome del cane, ad esempio “Artù, vieni”, o “Artù, seduto”, secondo una precisa grammatica basata sulla logica che pronunciare il nome del cane prima del comando, lo informerebbe che il suono successivo sarebbe stato rivolto proprio a lui.
Nelle lezioni per cani per principianti, specialmente se la stanza è rumorosa e c'è molta attività, si possono spesso osservare gli effetti del non seguire questo principio grammaticale: se l'addestratore alle prime armi dice "Seduto, Artù" piuttosto di "Artù, seduto", il cane guarda confuso il viso dell'addestratore.
Si ha quindi l'impressione che il comando (in questo caso "seduto") sia passato inosservato al cane, ma il suo nome cattura tutta la sua attenzione, perciò ora sta guardando il volto dell'essere umano.
Tuttavia il cane non sembra rispondere al comando "seduto": ciò che sembra scorrere nella mente del cane è qualcosa come «Okay, hai la mia attenzione piena e focalizzata. Allora, cosa vuoi che io faccia?».
Opinioni discordanti
C’è tutta un’altra fetta di addestratori che non è d’accordo con questa tesi: la loro tesi è che non c'è niente di speciale nel nome di un cane.
Se il cane è già concentrato su di te, non è necessario usare il nome: dare semplicemente il comando dovrebbe essere sufficiente. Sono d'accordo sul fatto che dire il nome di un cane catturerà spesso la sua attenzione, ma non sul fatto che ci sia qualcosa di speciale nel nome stesso.
Credono che il nome sia semplicemente un suono che avvisa il cane del fatto che il loro addestratore sta per pronunciare qualcosa, un comando. Quindi per questi addestratori, l'importanza del nome parlato è solo nella voce familiare del padrone, e ciò significa che è un suono che richiede attenzione.
Secondo questo principio, qualsiasi suono arbitrario che precede il comando, anche se è insignificante e non ha alcuna relazione con il nome del cane, dovrebbe funzionare altrettanto bene, purché tale espressione sia prodotta nella voce familiare del padrone.
In questo senso, tali educatori suggeriscono anche che il nome di un cane, pronunciato da una voce completamente sconosciuta, dovrebbe avere scarso effetto nel catturare l'attenzione dell'animale.
Qual è la verità? Uno studio ha trovato una risposta
Un team di ricercatori dell’Università del Maryland, College Park, ha effettuato un valido esperimento per dare una risposta univoca a queste ipotesi: il quesito da cui sono partiti era “Il nome del cane ha un potere psicologico sull’animale, come accade per l’uomo?”.
Sono stati esaminati una serie di cani che avevano dai 4 anni in su, in modo che fossero stati abituati a sentir pronunciare il proprio nome per un tempo considerevole: i cani sono stati posti in una piccola camera in compagnia del proprio padrone, con un altoparlante ed una telecamera.
Attraverso l’altoparlante sono stati forniti all’animale diversi stimoli sonori:
- il suo nome, pronunciato da una voce sconosciuta;
- il nome di un altro cane;
- rumore di sottofondo, per creare un effetto di distrazione sulla percezione degli stimoli sopracitati.
La telecamera si occupava dunque di registrare se, e per quanto tempo, il cane si rivolgesse verso la fonte dello stimolo sonoro, in questo caso l’altoparlante.
Contrariamente alle aspettative di alcuni addestratori, sebbene la voce che pronunciava il loro nome fosse completamente sconosciuta, i cani prestavano più attenzione ai suoni del proprio nome che al suono di un nome sconosciuto.
Inoltre, anche quando i suoni dei nomi dei cani erano sovrapposti a un rumore di sottofondo creato con suoni conversazionali, che serviva a distrarre l’attenzione, i cani si concentravano comunque maggiormente sulla voce che pronunciava il loro nome.
Il nome del cane ha un’importanza psicologica
I risultati dello studio sono chiari: il nome del cane ha potere psicologico. Attira l'attenzione del cane anche quando è pronunciato da una voce non familiare per l'animale, e anche quando è in competizione con un ambiente pieno di altre voci umane che dicono una varietà di cose irrilevanti.
Ciò sembra suggerire che la pratica di precedere un comando con il nome del cane è, in effetti, un modo sensato ed efficace per catturare la sua attenzione, specialmente in un ambiente rumoroso.
In tal senso, la scelta del nome del vostro amico a 4 zampe assume un’importanza nuova: taglia, razza e personalità del cane sono dei buoni parametri per la scelta del suono che lo farà girare verso di voi, con tutta l’attenzione che ha.
Noi di Wamiz abbiamo stilato una vasta scelta di idee originali per i nomi di cani, e per i padroni più esigenti, c’è una lista dei nomi più in voga nel corso dell’ultimo anno, con uno sguardo a quello che ci riserva questo 2020.
Non ci resta che augurarvi una stimolante e originale scelta per il nome del vostro Fido!