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La legge italiana accetta il pignoramento degli animali domestici? Scopriamo tutto!

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Cani e gatti pignorati in caso di debiti? Ora non più!

Di Francesco Reina Assistente Veterinario

aggiornato il

Alcuni casi avevano visto pignorare e mettere all’asta gli animali in caso di debiti. Ecco la normativa e sulla Legge sul pignoramento degli animali.

Come abbiamo visto nell’articolo relativo ai diritti e doveri degli animali domestici e a quello sul lascito testamentario in loro favore, i nostri amati amici a quattro zampe assumono, a seconda dei vari ambiti del Diritto, tanto la condizione di esseri senzienti (in grado di provare emozioni e sentimenti) quanto quella di “beni” o “cose” che, sebbene idoneamente tutelati, restano privi di capacità giuridica.

Ma cosa succede se il proprietario contrae debiti che non riesce a pagare? Può avvenire un pignoramento degli animali domestici per saldare il debito a favore del creditore?

Cosa dice la Legge sul pignoramento degli animali domestici in Italia?

Fino a poco tempo fa la normativa, pur non citando espressamente il pignoramento dei nostri piccoli amici pelosi, non ne vietava neanche esplicitamente la possibilità.

Per quanto si trattasse di un rischio remoto e molto raramente messo in atto dai giudici, in alcuni casi il malcapitato padrone si era visto portare via i propri beniamini, con le immaginabili conseguenze emotive e psicologiche sia per sé che per gli animali da compagnia stessi.

Fortunatamente, però, con l’entrata in vigore della Legge 221/15 è stato modificato l’art. 514 del Codice di Procedura Civile con l’introduzione dei nuovi comma 6-bis e 6-ter che recitano testualmente che

“Non si possono pignorare […] gli animali di affezione o da compagnia tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali; e[…]gli animali impiegati a fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli".

Quindi i nostri amici restano con noi?

Sì, gli animali da compagnia sono assolutamente impignorabili! La volontà del Legislatore è indubbiamente chiara: facendo leva sul sentimento profondo che lega l’animale domestico al proprietario, se ne vieta il pignoramento, purché l’animale stesso non costituisca una fonte di proventi.

Come si legge, infatti, sono esclusi dal divieto (e quindi alienabili) gli animali da reddito come ad esempio quelli da allevamento (mucche, pecore etc…) proprio perché vengono ricompresi tra i beni in grado di produrre ricchezza economica.

Ancora più forte è la motivazione per quanto concerne gli animali utilizzati per pet therapy o assistenza, come ad esempio i cani per non vedenti, fattori indispensabile per la salute stessa del proprietario.

Il sequestro a seguito di violazioni amministrative o penali

Quanto visto finora, però, non trova applicazione in caso di violazioni a normative a tutela degli animali domestici o reati commessi contro di loro.

Infatti, al fine di evitare che gli stessi possano essere continuativamente oggetto di maltrattamenti da parte di un soggetto persecutore, la Legge prevede che possano essere sequestrati (caso ben diverso dal pignoramento) al loro proprietario da parte delle Autorità, per garantire il benessere e la tutela di cui necessitano.

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