Negli ultimi anni stiamo finalmente assistendo ad una svolta epocale nell'ambito della legislazione a tutela dei diritti degli animali in Italia.
Sebbene, infatti, per parte del diritto essi siano ancora assimilati a "beni" o "cose" (ad esempio in caso di separazione tra coniugi o in merito alla loro proprietà), per un'altra consistente parte della giurisprudenza gli animali hanno raggiunto lo status di esseri senzienti ossia in grado di avere sentimenti e, pertanto, meritevoli di particolare attenzione e tutela.
Le leggi per la tutela degli animali domestici
Fino ai primi anni del 2000 l'unico divieto posto e riconosciuto dalla Legge a tutela dei diritti degli animali in Italia era stabilito dall'art. 727 del Codice Penale, che puniva chiunque abbandonasse animali domestici o comunque adattatisi alla cattività. Di certo una previsione fondamentale, ma ben poco rispetto al sottobosco di ingiustizie (o vere e proprie crudeltà) subite dagli animali e troppo spesso passate impunite.
Il sentimento etico crescente e lo sviluppo di un pensiero collettivo che voleva sempre più dar voce a vittime indifese, ha portato alla creazione, il 20/07/2004 con la Legge n. 189, di un intero Titolo (il IX-bis per esattezza) del Codice Penale. Un insieme di articoli, cioè, ordinati in un capitolo a loro dedicato, di norme, divieti e punizioni (anche severe come la reclusione), nei confronti di chi si renda responsabile di reati contro gli animali.
Che diritti hanno gli animali in Italia?
Gli articoli di nuova introduzione (dal 544-bis al 544-sexies) vanno a colpire tutti quei comportamenti che vedono mettere in atto uccisione, crudeltà, maltrattamento degli animali, combattimenti clandestini o allevamenti atti a esaltare l'aggressività di animali, prevedendo anche le forme di tutela degli stessi, quali il sequestro dell'animale vittima di queste assurde azioni, sia a livello preventivo, che come eventuale conservazione della prova nel successivo processo.
Ciò impedisce da un lato che l'animale subisca ulteriori vessazioni sottraendolo alle angherie del suo persecutore, dall'altro che, con una perizia medico legale, le stesse vengano certificate inchiodando l'artefice alle sue responsabilità.
La figura del patologo veterinario
In seno a questo triste e delicato argomento vale inoltre la pena specificare che esiste la figura del medico legale o patologo veterinario, un professionista che si occupa di analizzare le lesioni riportate dall'animale (purtroppo a volte in sede di autopsia) per fornire la prova inconfutabile del fatto che esse non siano avvenute per caso, ma a seguito di specifici e crudeli comportamenti.
Si tratta di una disciplina forense vera e propria (come la medicina legale umana, la balistica ecc...), che ha peraltro evidenziato un legame pressoché indissolubile, un nesso strettissimo che vede la violenza sugli animali come segnale quasi sempre precursore di quella contro esseri umani (femminicidi, abusi tra le mura domestiche o comportamenti fortemente antisociali).
È stato dato, insomma, un enorme impulso alla prevenzione e alla punizione di comportamenti umani crudeli e orribili che fino a poco tempo fa erano poco conosciuti o considerati.
La normativa sull'omissione di soccorso
Troppo spesso, circolando con la nostra macchina, vediamo animali deceduti sulla strada, senza che purtroppo nessuno si sia occupato di prestare loro la dovuta assistenza ovviamente nell'ambito delle proprie competenze e possibilità.
A questa sempre più frequente situazione è stato posto rimedio dal Codice della Strada che, all'art. 189 (in cui si parla del comportamento da tenere in caso di incidente), viene introdotto il comma 9-bis il quale, oltre all'obbligo di soccorso ai feriti, sancisce quello ulteriore di prestare assistenza agli animali domestici o da reddito eventualmente coinvolti.
A pensarci la portata è notevole: non tanto per la sanzione (solamente economica) che ne deriva in caso di inottemperanza, quanto per il valore morale espresso, cioè di soccorrere un essere più debole che fino a poco fa neanche era contemplato in tal senso.
Bisogna comunque sempre ricordare che, incidenti a parte per gli animali circolanti sulla strada, i nostri pet devono sempre essere portati con noi in auto nel rispetto delle norme del Codice, stilate per garantire una sicurezza ottimale ai nostri amici e appositamente studiate per garantire a conducente e...passeggeri un viaggio sereno e sicuro!
Gli obblighi dei Comuni per il benessere degli animali da compagnia
Con la riforma del titolo V della Costituzione, alle Regioni ed ai Comuni è stata data ampia facoltà di legiferare e promulgare norme e regolamenti in materie talvolta di grande importanza. Molte Regioni, pertanto, a partire dalla prima decade degli anni Duemila, hanno emanato leggi molto ben circostanziate in merito alla tutela degli animali da affezione (cioè i nostri piccoli amici) affiancandole a quelle preesistenti e tuttora valide sulla gestione di allevamenti e animali da reddito. Inoltre, su questa scia, moltissimi (se non tutti) Comuni si sono dotati di un proprio Regolamento di Tutela degli animali da compagnia, ricalcando e specificando ancor più nel dettaglio i dettami regionali.
In linea di massima le norme per proteggere i diritti degli animali in Italia sono sostanzialmente identiche tra tutti gli Enti coinvolti, talvolta con piccole differenze dovute alle singole specifiche realtà. Si tratta spesso di regole semplici e di immediata applicazione che devono essere seguite da ogni proprietario consapevole, anche al fine della propria tutela da eventuali reclami di vicinato.
Il principio cardine che guida tutto questo apparato legislativo sancisce che l'animale da affezione debba essere tenuto secondo le esigenze etologiche e di specie, vale a dire il sacrosanto obbligo di assecondare la natura dell'animale posseduto in modo da garantire allo stesso un'esistenza il più possibile vicina a quella che avrebbe in natura secondo le necessità della specie di appartenenza.
Importantissimo è anche il divieto di tenere cani alla catena e la libera circolazione e accesso di animali in uffici, spazi e mezzi pubblici purché non venga arrecato disturbo agli altri utenti. Molte libertà finalmente e giustamente conquistate insomma, sempre però nel massimo rispetto della civile e pacifica convivenza.
Andate quindi serenamente a spasso con Fido e, perché no, con Micio purché non venga arrecato danno a nessuno e soprattutto, raccoglietene i bisognini negli appositi sacchetti: non solo è un gesto di correttezza e civiltà di un buon padrone, ma eviterete una multa piuttosto (giustamente) salata!
In molte realtà è stato inoltre abolito il divieto di detenere animali in appartamento, vale a dire che a livello condominiale non può essere vietato di tenere il proprio amico in casa con noi!
Infine, molte regioni italiane si stanno attrezzando con i regolamenti cimiteriali per concedere la sepoltura dell'animale domestico insieme a quella del proprio proprietario.
Chi difende i diritti degli animali?
Vale infine la pena sottolineare come, a livello comunale, moltissime Polizie Locali d'Italia si siano organizzate a istituire un proprio Ufficio Tutela Diritti degli Animali.
A esso devono pervenire le segnalazioni in merito al mancato rispetto di leggi e normative sulla corretta gestione dei nostri amici pet, purché ovviamente, esse siano frutto di reali situazioni di trasgressione.