Avete presente una delle prime scene del cartone animato Disney La carica dei 101? Il dalmata Pongo e il suo padrone Rudy guardano passare cani e rispettivi padroni per le strade di Parigi.
I disegnatori hanno reso entrambe le categorie molto simili, non solo nell’aspetto esteriore ma anche nel carattere, “vestendoli” e facendoli muovere in maniera molto simile.
Ebbene, seppure in maniera caricaturale e un po’ forzata, quello a cui le sapienti mani dei cartoonist Disney hanno dato vita è quello che viene chiamato imprinting canino.
Con questo termine, infatti, si indica il comportamento innato del cane che si forma a partire da un tipo di apprendimento e avviene in un periodo sensibile del cane.
Vediamo dunque insieme di cosa si tratta e come comportarsi in questa fase cruciale della vita del cane.
Cosa c’è da sapere sull’imprinting del cane?
Prima di entrare nel merito della pratica, è bene conoscere un po’ di teoria su questo non facile concetto.
Il concetto di Konrad Lorenz
Il termine “imprinting” (poi modulato nell’accezione di “imprinting canino”) è stato coniato da Konrad Lorenz (1903 -1989), considerato il padre dell’etologia o ricerca comparata sul comportamento e noto al grande pubblico proprio per l’elaborazione di tale concetto.
Lorenz lo formulò nel 1937, a partire da esperimenti sulle anatre selvatiche, dimostrando come gli anatroccoli appena usciti dall’uovo considerassero “madre” il primo essere in movimento che gli fosse capitato a tiro, non importa se mamma anatra, un altro animale o addirittura l’uomo.
Sulla base di questa scoperta (opposta alle teorie comportamentiste che fino a quel momento erano state quelle più accreditate), Lorenz riuscì a teorizzare anche altri assiomi: per esempio che quanto scoperto fosse, in realtà, un comportamento innato e non acquisito e che avvenisse in un dato periodo della vita di un animale, che Lorenz chiamò “periodo sensibile” e che aveva una durata brevissima, ridotta a poche ore.
E il cane?
Durante il periodo sensibile il processo è lo stesso, ma segue logiche (e tempistiche) un po’ diverse.
Per imprinting del cane si intende, infatti, quel processo grazie al quale l’animale impara a riconoscere la propria specie e l’uomo.
L’imprinting del cucciolo di cane (o, per dirla alla Lorenz, il periodo sensibile del cane) va dalle 4 alle 8 settimane di vita: si tratta di un lasso di tempo importantissimo, durante il quale il cucciolo riesce a riconoscere se stesso, gli altri cani e gli umani e che se ben gestito previene possibili problemi comportamentali del futuro.
Una fase importante scandita da questo periodo di socializzazione.
Come fare imprinting con il cane?
Giunti a questo punto in molti vi starete chiedendo come si fa a fare imprinting tra cane e padrone.
Beh, l’imprinting tra uomo e animale non è facile e implica un importante dispendio di energie e di tempo da parte dell’essere umano verso il cucciolo di cane.
Tuttavia, ci sono alcune tecniche da applicare nella fase dell'imprinting del cane per ottenere ottimi risultati: per esempio, bisogna partire dal rapporto del piccolo con la madre e i fratelli che, almeno fino alla settima settimana di vita, deve essere esclusivo e assai ravvicinato perché è qui che i cuccioli imparano le regole della vita.
Durante questo periodo, poi, è bene fare socializzare il cucciolo di cane anche con gli esseri umani: i padroni, certo, ma anche gli amici e i parenti di questi ultimi.
È stato più volte dimostrato, infatti, che il cucciolo che nasce in un ambiente con molti stimoli ha meno difficoltà ad approcciarsi a situazioni nuove, anche quando sarà un cane adulto.
Come capire se il tuo cane ha l’imprinting con te?
Ci sono poi una serie di segnali che permettono di capire se il cane ha acquisito o meno le capacità di cui stiamo parlando.
Per esempio, un cane dotato di un buon imprinting canino si avvicina volentieri agli umani, cercando con loro il contatto fisico ed evitando quindi di ringhiargli.
Una volta avvicinato, poi, si dimostra curioso, annusa e spesso prova a giocare mordicchiando le mani senza interesse ad attaccare.
Va da sé che un atteggiamento del genere porta il piccolo a non stare sempre attaccato alla mamma, cercandola tuttavia nel momento del bisogno.
Esistono, infine, alcuni test che permettono di capire qual è il grado di imprinting del cane: basta seguirlo e, una volta registrati i comportamenti del cane, valutare i risultati ottenuti.