Dopo il recente tentativo fallito dell’Onorevole Ciocchetti di Fratelli d’Italia, ora è la Lega a proporre un emendamento che potrebbe riaprire in Italia gli allevamenti di cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione.
La proposta, che intende modificare la Legge di delegazione europea, ha riacceso il dibattito sulla tutela degli animali e sull’etica della ricerca scientifica, portando associazioni e cittadini a mobilitarsi nuovamente.
L’emendamento della discordia: cosa prevede?
Presentato dai senatori Murelli, Centinaio e Borghi, l’emendamento propone di consentire nuovamente l’allevamento di animali per la sperimentazione in Italia, riducendo inoltre le tutele e i vincoli normativi attualmente in vigore.
Una decisione che, secondo la Lega Anti Vivisezione (LAV), rappresenta un passo indietro rispetto agli impegni per una ricerca scientifica innovativa e rispettosa dei diritti degli animali.
L’emendamento è visto come una minaccia diretta ai progressi ottenuti, come la chiusura dell’allevamento Green Hill, simbolo della lotta contro i maltrattamenti degli animali e la vivisezione. Inoltre, le risorse destinate a metodologie animal-free, già inesistenti, rischiano di restare in secondo piano, nonostante la crescente sensibilità pubblica su questo tema.
Le proteste e le alternative: verso una scienza cruelty-free
La LAV, insieme ad altre organizzazioni e cittadini, ha lanciato una campagna per fermare questa iniziativa, chiedendo al governo di investire in modelli di ricerca avanzati e senza l’uso di animali.
La strategia proposta si rifà al concetto di One-Health, che integra salute umana, animale e ambientale, puntando su tecnologie innovative come simulazioni al computer e modelli cellulari.
Secondo gli attivisti, l’Italia dovrebbe seguire l’esempio di altri Paesi europei, dove i finanziamenti per la ricerca cruelty-free sono in costante aumento.
«NO agli allevamenti lager per la sperimentazione!»
«È il momento di scegliere un futuro etico e scientificamente avanzato», afferma la LAV, invitando tutti a firmare una petizione per bloccare l’emendamento e commentare i profili social dei senatori promotori con il messaggio:
Vergogna: NO agli allevamenti lager per la sperimentazione!