Fino al 2012 il fatto di detenere cani in condominio o altri animali da compagnia era spesso stato causa di diatribe e spiacevoli controversie condominiali.
I preconcetti di alcuni inquilini inerenti il fatto che cani e gatti portassero parassiti e sporcizia erano prevalenti e spesso portavano all’emanazione di regolamenti che ne vietavano l’accesso alle parti comuni e la vita in appartamento.
La nuova legge sui cani in condominio
Ma fortunatamente le cose sono cambiate: una rivoluzionaria normativa, la nuova legge sui cani in condominio, 220 del 2012 all’art.16 stabilisce che “Il regolamento di Condominio non può contenere norme che proibiscono di detenere animali domestici”, modificando così l’art. 1138 del Codice Civile.
Come in molti altri ambiti, il Legislatore ha dato una svolta epocale e pratica ad un sistema antiquato ed obsoleto nel quale gli animali occupavano un ruolo marginale nelle case e nel cuore degli italiani.
Dato infatti l’aumento esponenziale di animali domestici che fanno compagnia agli amici umani, i nostri pet si sono guadagnati a buon titolo il diritto di vivere accanto a noi nelle nostre case, senza che nulla possa più vietarlo.
Un diritto importantissimo dunque, ad ulteriore testimonianza di come la legge tuteli il legame indissolubile che si instaura tra pet e proprietario.
Cani in condominio: le regole da rispettare
Resta comunque opportuno, come in ogni situazione, il buonsenso. Gli animali devono essere tenuti in modo da non recare alcun danno o disturbo al vicino di casa e agli altri condomini (specialmente di notte e nelle ore di riposo), non devono sporcare le parti comuni e, nel caso in cui ciò accada, devono essere rimosse le deiezioni.
Quando si esce di casa è bene, se sappiamo che ci sono persone timorose nei confronti dei nostri amici a quattro zampe, condurli sempre negli spazi comuni con guinzaglio ed eventuale museruola così da non incorrere in inutili discussioni e, magari, far amare e conoscere il nostro beniamino anche a chi ha più riserve nei suoi confronti.
Qual è il ruolo della ASL?
Bisogna inoltre ricordare che, sebbene nelle norme del regolamento non sia consentito vietare la detenzione di animali domestici, possono essere applicate prescrizioni igienico-sanitarie da parte della ASL competente o dall’amministratore stesso a cui bisogna attenersi scrupolosamente.
E per animali esotici o meno convenzionali?
Pur essendo ben formulata, effettivamente, la normativa non esplicita quali animali rientrino tra quelli domestici. Nell’interpretazione più restrittiva il concetto riguarda gli animali storicamente ritenuti tali come cane, gatto ed uccellini.
Diversamente, tuttavia, una più larga ma accettabile interpretazione vede inclusi anche gli animali considerati esotici, ma ormai del tutto assimilabili a quelli da compagnia come roditori e criceti, conigli e rettili.
In questi casi è sempre bene consultare l’amministratore per comprendere quale politica adotti il condominio sugli animali in casa, con particolare riguardo ai pet più inconsueti (ad esempio serpenti o iguane).
Si possono tenere cani in condominio se si è affittuari?
Se l’inquilino è però intestatario di un contratto di locazione le cose possono cambiare: infatti, esso rappresenta un accordo tra due parti, che può prevedere eccezioni al regolamento condominiale poiché si tratta di una concessione che il proprietario di casa regola a suo grado.
Pertanto, se abbiamo intenzione di andare in affitto insieme ai nostri piccoli amici, dobbiamo informarci preventivamente col proprietario di casa o l’agenzia se egli sia disposto ad accettare animali domestici nell’appartamento.
In ogni caso, ancora una volta, le normative vanno nel senso di una sempre maggiore interazione tra pet e uomo nella condivisione di spazi e vita stessa.