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film dogman

Il film ha emozionato gran parte del pubblico.

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Dogman, l'indimenticabile film di Luc Besson presentato alla Mostra del Cinema di Venezia

Di Ilenia Colombo Redattrice | Community Manager

Pubblicato il

«Ovunque ci sia un infelice, Dio invia un cane»: così Luc Besson ha presentato alla Mostra del Cinema di Venezia Dogman, il suo ultimo film.

Prodigioso ritorno sul grande schermo per Luc Besson, che ha conquistato i cinefili con il celebre film Le Grand Bleu del 1988.

Ieri 31 agosto è stato presentato in concorso, alla 80esima mostra del Cinema di Venezia, il nuovo film del regista, sceneggiatore e produttore cinematografico francese.

Dogman, un film commovente

«Ovunque ci sia un infelice, Dio invia un cane». Queste le commoventi parole di Luc Besson che ha sorpreso tutti durante la presentazione del suo ultimo film.

Il lungometraggio, scritto e diretto dal regista francese e girato in lingua inglese tra la Francia e gli Stati Uniti, arriverà nelle sale italiane dal 5 ottobre.

La trama del film di Luc Besson

Il film racconta la storia di Douglas, un ragazzo americano vittima delle violenze del patrigno, che ha sviluppato un immenso amore per i cani da combattimento con i quali è stato rinchiuso in gabbia. I quattrozampe, anziché attaccarlo, sono diventati i suoi amici e confidenti, che hanno contribuito alla sua salvezza.

Interpretato dall'attore Caleb Laundry Jones, il protagonista cerca di guarire dalle ferite che si porta dietro dall'infanzia per trovare la propria strada, anche a costo di infrangere le regole sociali.

I retroscena

Besson ha spiegato ai microfoni la dinamica del complesso lavoro con i cani sul set, come riporta ilsecoloxix:

«Come ho selezionato i cani? È stato un processo piuttosto lungo, durato tre mesi. Avevamo dei cani che arrivavano con i loro addestratori, avevano un camper tutto per loro ed erano delle star. Alcuni non andavano d'accordo e li ho dovuti cambiare, dopo due mesi abbiamo ottenuto un bel gruppo coeso».

E aggiunge:

«Non mi aspettavo che ci fossero 25 addestratori, ciascuno lavora solo con due cani, e ciascun cane reagisce solo alla voce del suo padrone: quindi contemporaneamente c'erano 25 voci che parlavano contemporaneamente - racconta -. Inoltre, gli addestratori dovevano stare vicino ai cani e nascondersi dalle telecamere, quindi chi dietro una sedia, chi dietro ad un tavolo... Ma in una settimana ci si abitua».

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