La prevista disinfestazione adulticida contro le zanzare a Viterbo, fortemente contestata dall’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), non si farà. L’intervento, inizialmente programmato per le notti di metà agosto, è stato sostituito da un trattamento larvicida diurno, considerato innocuo per cani, gatti e persone.
La decisione arriva dopo le accese proteste dell’associazione, che aveva lanciato un appello urgente per fermare l’uso di veleni nocivi per gli animali domestici e i randagi.


L’appello dell’Enpa: “Proteggiamo i nostri animali”
La sezione provinciale di Viterbo dell’Enpa aveva espresso forte preoccupazione per la disinfestazione prevista nelle notti dell’11, 12 e 13 agosto 2025, che avrebbe comportato la diffusione di sostanze chimiche pericolose per la salute di cani e gatti.
Il presidente Mauro Chiarle aveva definito l’operazione “uno scempio” e invitato cittadini e amministratori a non “macchiarsi di questo crimine”, ricordando che i prodotti adulticidi possono nuocere agli animali liberi e a quelli nei giardini privati. L’appello era stato esteso anche ad altri Comuni della provincia, come Vitorchiano, dove l’associazione ha chiesto di rinunciare a “metodi animalicidi” nella lotta alle zanzare.
La svolta: dal veleno al larvicida
Dopo un confronto con gli enti sanitari competenti, il Comune di Viterbo ha optato per una strategia meno invasiva e più sicura: un trattamento larvicida mirato, svolto di giorno a partire dal 12 agosto.
Questo metodo agisce alla fonte, bloccando lo sviluppo delle larve prima che diventino zanzare adulte, senza effetti collaterali per persone, animali e piante. L’unica precauzione riguarda gli animali acquatici, che però non saranno interessati dall’intervento.
L’uso del larvicida, applicato in caditoie, tombini e ristagni d’acqua pubblici, è considerato non solo più sicuro, ma anche più duraturo, riducendo la necessità di ulteriori trattamenti. Il Comune ha invitato comunque i cittadini a collaborare nella prevenzione, eliminando ristagni d’acqua nei propri spazi privati.
La vicenda segna un esempio positivo di dialogo tra istituzioni e associazioni animaliste, dimostrando che la tutela della salute pubblica può andare di pari passo con il rispetto e la protezione degli animali.