Vi ricordate di Federico Fiori? L’istruttore cinofilo professionista, creatore dell’azienda Il cane istruito e diffusore di una cultura cinofila moderna e rivoluzionaria, risponde alle nostre domande sulla socializzazione del cane cucciolo e adulto, sulla creazione di una relazione cane-padrone solida e ben strutturata, ma non solo.
Federico, che nella sua azienda forma anche dog sitter professionisti e ci spiega come instaurare una relazione sana con il cane anche se l’esemplare non è il nostro.
Vediamo, quindi, in un primo momento, come costruire un rapporto sano tra cane e padrone, per poi in seguito concentrarci sulla socializzazione di Fido.
Un sano rapporto tra cane e padrone
Federico ci parla di quattro punti fondamentali per instaurare una relazione sana cane padrone. Il padrone dovrà:
- Conoscere (per poi applicare) i codici canini che contraddistinguono la psicologia del cane.
- Imparare le regole di una comunicazione adeguata con Fido. «I cani, infatti – dice Federico -, riconoscono in modo molto chiaro la cosiddetta comunicazione non verbale. Essere consapevole del significato dei propri gesti nei confronti del cane renderà il proprietario molto più capace di dare messaggi chiari e coerenti».
- Saper rinforzare i comportamenti positivi del cane e al contempo limitare in modo neutro (ignorandoli) i comportamenti negativi.
- «Essere consapevole che ogni cane è un individuo con un proprio profilo caratteriale e che conoscere la sua razza o tipologia non è sufficiente a capire le sue motivazioni e attitudini».
Come avvicinare un cane?
Se il cane non è il nostro quel che conta è farlo sentire "al sicuro" senza, però, invadere il suo spazio (anche solo con delle carezze). Federico spiega che è «meglio rimanere fermi a qualche metro e fare in modo che il cane ci possa osservare e se lo desidera avvicinarsi a noi per annusarci. Questo è un ottimo primo approccio per un cane».
A questo aggiunge che «i cani creano relazioni sane sulla base di regole sociali tra loro chiare e condivise sin dalla nascita. Si aspettano che tutti i loro partner sociali lo sappiano fare, uomo compreso. Quando un cane approccia una persona per la prima volta si affida a queste regole e si fida di chi le sa applicare. Un dog sitter dovrà dare dimostrazione al cane di conoscere e applicare le regole sociali e la comunicazione che il cane si aspetta. In questo modo potrà creare una relazione sana basata sulla fiducia».
La socializzazione tra cani
«I cani creano relazioni sociali basandosi su regole comuni e condivise. Lo scopo della socializzazione è comprendere il potenziale reciproco di ogni individuo e creare un legame pacifico e proficuo per entrambi». Per far sì che queste relazioni vengano stabilite al meglio è necessario rispettare i loro tempi e lo spazio (un cane non deve invadere il territorio dell’altro).
Qual è la differenza tra la socializzazione di un cane adulto e di un cucciolo?
«La cosa che più distingue la socializzazione dei cuccioli rispetto agli adulti è l'intensità e la rapidità. Cani adulti sanno cosa "rischiano" se non stanno attenti al valore dei loro segnali corporei e li usano in modo approssimativo e poco attento. Cercano quindi di utilizzare molti più segnali preventivi già a distanza per cercare di rendere il confronto fisico (se necessario) più breve possibile. I cuccioli, invece, hanno una minore consapevolezza del valore dei loro segnali (cosa che imparano a perfezionare proprio nel confronto con cani adulti equilibrati) e tendono ad utilizzarli in modo più approssimativo.
Questo è il motivo per cui una socializzazione tra cuccioli tende ad essere più caratterizzata da contatti fisici prolungati rispetto a quella che avrebbe tra gli stessi cani se adulti».
Qualche consiglio per l’educazione alla socializzazione dei cuccioli e degli adulti?
«La cosa migliore per un cucciolo è iniziare ad avere contatti sociali con altri cani solo dopo aver stabilizzato in modo sano la relazione all'interno del suo "branco". Un cucciolo, infatti, si aspetta di potersi relazionare con altri forte della sicurezza data dal suo branco senza ad esempio che il proprietario lo "getti nella mischia" con continui contatti con tutti i cani che si incontrano».
«Per un piccolo i contatti migliori per iniziare il proprio percorso di socializzazione sono con cani adulti, equilibrati di diversi profili caratteriali per aumentare la consapevolezza della variabilità di relazioni possibili ma in modo guidato, correttamente misurato e quindi sostenibile per il cane».
Come devono avvenire i primi contatti?
«I primi contatti devono avvenire in luoghi tranquilli, senza troppi stimoli e per tempi inizialmente brevi. Partendo da queste buone basi sarà possibile poi fargli incontrare cani di diverse tipologie, con esperienze sociali diverse alle spalle e per tempi via via sempre più lunghi. Sconsiglio vivamente lunghe permanenze in aree cani o altre situazioni analoghe. I cuccioli si traumatizzano rapidamente ed arrivano a pensare che i loro proprietari non abbiano la minima idea di come dare loro protezione in presenza di altri cani sviluppando così molto più spesso di ciò che si pensa forme di ansia e di "iperattività" in presenza di altri cani».
Come instaurare una buona relazione tra un cane adulto abituato ad essere il solo in casa e un nuovo cucciolo?
«Per nostra fortuna, i cani sono animali molto inclusivi. Hanno la tendenza a creare relazioni sane e pacifiche con i loro simili (e anche con specie diverse come ad esempio noi e i gatti).
Tutto questo, però, a precise condizioni: che i ruoli sociali nel branco siano chiari e che questi siano coerenti con i profili caratteriali di ciascuno. La premessa, quindi, per consentire che si possa attuare l'accoglienza di un nuovo cane in casa senza conflitti la deve averla creata il proprietario attuando una gestione adeguata del “suo branco”».
La scelta del nuovo arrivato
«Il nuovo arrivato, poi, deve avere un carattere compatibile con quello del cane già presente in casa in modo che sia per loro possibile "dividersi i ruoli". Infine, una regola assai poco intuitiva per noi proprietari ma assolutamente logica per i cani: mai dare stesse attenzioni ad entrambi. I cani, infatti, strutturano la convivenza nel branco sulla consapevolezza di essere individui diversi con capacità e compiti diverse».
Inoltre, aggiunge Federico «chi ha un carattere più forte ha la responsabilità di guidare e difendere l'individuo più debole. Questa formula avvantaggia proprio il più debole che si sente guidato, protetto e quindi al sicuro. Quando si "conoscono" già da subito i cani dichiarano il loro carattere e strutturano la loro relazione su un equilibrio basato sulla loro differenza. Dare ai cani le stesse attenzioni significa invece smentire questa loro differenza e confonderli nell'equilibrio che si sono creati obbligandoli, così, a dover continuamente ridiscutere su ciò che per loro era chiarito. Questa viene comunemente e tuttavia erroneamente definita "gelosia" ma è frutto di un errore di gestione umana dei cani. Molti casi di tensioni tra cani che convivono sotto lo stesso tetto che io e il mio staff veniamo chiamati a risolvere hanno alla base proprio questo punto».