Se sei un amante dei cani, saprai quanto sia importante la sicurezza del tuo fedele amico a quattro zampe. Nei contesti residenziali, è comune incontrare il cartello "Attenti al cane”, messaggio inequivocabile che avvisa, ma serve egualmente a proteggere.
Un avviso di questo tipo svolge un ruolo cruciale nella segnalazione della presenza di animali domestici, ci si può però porre delle domande sulla loro necessità e obbligatorietà legale. Scopriamo cosa dice la legge su questo tipo di segnalazioni.
Cartello "attenti al cane": a cosa serve?
Oltre a essere un avviso di sicurezza per visitatori e passanti, il cartello "attenti al cane" svolge un ruolo cruciale nel comunicare la presenza di un animale domestico all’interno di una data proprietà.
Questo avviso è particolarmente importante nei contesti residenziali in cui i cani possono avere accesso al giardino o ad un’area esterna della casa.
La presenza di un cartello di questo tipo avverte chiunque si avvicini alla proprietà che potrebbe esserci un cane libero di muoversi nell’area e avvicinarsi ai confini della proprietà. Questo serve a proteggere non solo i visitatori, ma anche il quattrozampe stesso, evitando situazioni di potenziale conflitto o incidenti.
Il cartello "attenti al cane" può contribuire a mantenere Fido al sicuro, riducendo il rischio di fuga del cane o di situazioni stressanti in caso di incontri imprevisti con estranei.
Il cartello "attenti al cane" è obbligatorio per legge?
Rispondere a questa domanda è molto semplice: dal punto di vista legale, non vi è alcuna obbligatorietà associata a tale pratica. In Italia, non esiste una specifica normativa che imponga ai proprietari di animali di apporre il cartello "attenti al cane" nelle loro proprietà, e la decisione di farlo rimane interamente a discrezione del proprietario.
Esporre un avviso di questo tipo non esonera i proprietari dalla responsabilità in caso di danni causati dal proprio animale. Anche se il cartello è chiaramente visibile, il proprietario rimane comunque legalmente responsabile per il comportamento del suo animale.
La Corte di Cassazione ha recentemente affrontato questa questione, esaminando le responsabilità dei proprietari di animali, anche in relazione all’efficacia del cartello "attenti al cane”.
In una sentenza rilevante, la Corte ha stabilito che il cartello non basta per esonerare il proprietario dalla colpa nel caso in cui l'animale aggredisca e provochi lesioni a una persona. Questa decisione conferma che la responsabilità dei proprietari rimane invariata nonostante la presenza del cartello.
Di chi è la responsabilità per il comportamento del cane?
La responsabilità del comportamento del cane è custode dell'animale nel momento in cui questo causa danni a terzi. Tale figura può essere diversa dal proprietario effettivo, implicando che la responsabilità potrebbe ricadere anche su altre persone come il coniuge che si occupa dei bisogni del proprio fedele amico, gli amici del proprietario che lo assistono temporaneamente o i dog sitter.
Cosa dice la legge
L’articolo 2052 del Codice civile stabilisce chiaramente che chi ha in custodia Fido è responsabile dei danni che provoca, anche se l’animale riesce a fuggire dal luogo di custodia. In parole più semplici, la presenza di una responsabilità oggettiva è evidente quando un animale domestico causa danni a terzi.
Un altro articolo rilevante in tema di responsabilità per il comportamento del cane è il 672 del Codice penale dal titolo «Omessa custodia e mal governo di animali». Questo articolo afferma che chi non fornisce una custodia adeguata al cane o lo affida a individui inesperti è soggetto a una sanzione pecuniaria da 25 a 258 euro, ma il reato si configura solo se il padrone lascia il cane incustodito e libero. In tutti gli altri casi, la responsabilità ricade sul custode o detentore dell’animale.
È, infine, importante sottolineare le responsabilità dei minori: anche il figlio del proprietario di un cane può essere considerato responsabile per danni a terzi, ma ai fini penali è perseguibile solo se ha almeno 14 anni.
Per quanto riguarda il risarcimento dei danni causati dall’animale a terzi, in ambito civile, questa responsabilità ricade sempre sui genitori del minore, a meno che il ragazzo non sia maggiorenne, avendo compiuto 18 anni.