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alzheimer nei cani

L'Alzheimer nei cani è una problematica neurologia degenerativa la cui diagnosi è fondamentale per la ripresa.

© Pexels / Pixabay

L'Alzheimer nei cani: Fido è smemorato o ha un problema neurologico?

Di Giuseppe Terlizzi Medico Veterinario

Pubblicato il

L'Alzheimer nei cani è una problematica evidente su base comportamentale ma spesso implica una causa neurologica da diagnosticare con accuratezza.

L'Alzheimer nei cani è un termine improprio ma evocativo per indicare una sindrome denominata "disfunzione cognitiva nell'animale anziano".

Ovviamente l'accostamento è improprio dal punto di vista medico ma comprensibile in quanto le cause, la sintomatologia e la terapia sono in tutto e per tutto simili in questa sventura clinica che può colpire allo stesso modo esseri umani e cani. Scopriamo sintomi, cause e trattamenti per questa patologia nel nostro fedele e anziano animale domestico.

Cos'è l'Alzheimer nel cane?

L'Alzheimer nei cani è la definizione che utilizzeremo nell'articolo per semplificarne la comprensione ma, ripeto, la definizione appropriata è "disfunzione cognitiva nel cane anziano".

Il concetto descrittivo da cui partire per comprendere questa condizione è la sua peculiarità degenerativa legata all'età del soggetto: col passare degli anni si accentua sempre più un declino delle funzioni encefaliche superiori, in particolare quelle legate alla memoria e all'apprendimento.

Questi deficit portano ad una qualità di vita estremamente labile in cui anche le più semplici azioni iniziano a sembrare ostiche e il soggetto che ne è affetto risulta totalmente inconsapevole del problema che sta vivendo.

Prima di elencare l'ampio spettro dei sintomi di questa condizione patologica è importante capire come comprenderne la presenza: in poche parole come capiamo se il nostro cane ne è affetto. 

In virtù del fatto che parliamo di una problematica neurologica nel cane che si manifesta a livello comportamentale è imprescindibile un'accurata anamnesi.

Ricordiamo che l'anamnesi è il momento in cui il medico veterinario si confronta con il proprietario cercando di ripercorrere tutti segni e i sintomi che sono stati notati nel più largo periodo possibile in modo da ricostruire cronologicamente e clinicamente lo storico del paziente.

Grande attenzione deve essere data al momento d’insorgenza dei segni comportamentali ed alla loro progressione: la diagnosi deve essere posta quando vengono identificati comportamenti anomali tipici di degenerazione cognitiva, insorti in età avanzata, ed eventualmente peggiorati con l’invecchiamento del soggetto.

Il lavoro difficile del medico veterinario sarà dividere questo filone sintomatologico da quello di altre malattie che spesso colpiscono i cani anziani in modo da formulare più diagnosi differenziali.

Cause dell'Alzheimer nel cane

L'Alzheimer nei cani, nei gatti, nell'uomo e in moltissimi mammiferi è causata da un invecchiamento patologico dell'encefalo (cervello). Nei cani è stato osservato che le modificazioni strutturali del cervello insorgono più precocemente a carico della corteccia prefrontale, tra gli 8 e gli 11 anni di età, mentre analoghi cambiamenti a livello dell’ippocampo si verificano solo dopo gli 11 anni.

Come mai il cervello invecchia? La risposta è che risulta particolarmente predisposto al danno ossidativo rispetto agli altri organi.

L’encefalo ha un grande fabbisogno energetico (consuma infatti ben il 20% dell’ossigeno totale assunto dall’organismo) e presenta delle caratteristiche che lo rendono particolarmente vulnerabile al danno ossidativo.

Rispetto agli altri organi e tessuti, ha una maggiore quantità di acidi grassi polinsaturi, suscettibili di ossidazione, è protetto da una minor quantità di enzimi antiossidanti naturali e possiede una limitata capacità di rigenerazione. Questo porta ad una maggiore predisposizione all'invecchiamento.

Sintomi dell'Alzheimer nei cani

L'Alzheimer nei cani ha un ampio spettro di sintomi che presentano un mix tra condizioni patologiche comportamentali e fisiche.

Per un proprietario di animale non è un compito semplice riuscire a comprendere e notare tutti i sintomi che porteranno ad una diagnosi.

Eliminazione inappropriata

  • Incapacità nell'espletare in modo controllato le funzioni fisiologiche;
  • Tendenza ad eliminare all’interno in punti casuali, incluse le aree di riposo.

Risposta agli stimoli

  • Iperreflessia;
  • Irritabilità;
  • Ansia;
  • Fobie.

Disorientamento

  • Incapacità di spostarsi in ambienti familiari;
  • Comportamenti ripetuti e/o incompleti.

Interazioni sociali con persone e animali

  • Perdita di interesse nel contatto fisico;
  • Riduzione dei comportamenti di saluto;
  • Tendenza all’isolamento;
  • Aggressività.

Ciclo sonno-sveglia

  • Tendenza a dormire più a lungo di giorno;
  • Diminuzione durata sonno REM;
  • Tendenza a svegliarsi ripetutamente durante la notte.

Vocalizzazioni

  • Aumento vocalizzazioni notturne;
  • Vocalizzazioni senza un motivo apparente.

Igiene

  • Aumentata o diminuita;
  • Presenza di autotraumatismi.

Disfagia

  • Aumento o diminuzione del volume di alimento consumato e
    della velocità di ingestione.

Memoria

  • Incapacità di riconoscere persone e animali familiari;
  • Mancata risposta ai comandi o al richiamo.

Alcuni dei sintomi elencati sono facilmente evidenziabili e molto chiari anche agli occhi di un inesperto mentre ci sono alcuni comportamenti che possono essere compresi o gestiti solo da un medico veterinario specialista.

Esiste una cura per l'Alzheimer nel cane?

In merito alla terapia e alla gestione di questa condizione patologica non è il caso di indicare o specificare trattamenti farmacologici o etologici in quanto ogni protocollo terapico dovrà essere cucito ad hoc sul paziente. Questo in virtù dell'età dei soggetti affetti da questo problema e dalle probabili patologie concomitanti. 

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