La fase 2 è cominciata in Italia il 4 maggio 2020. Una lenta ripartenza dei commerci, ma non solo, sta caratterizzando questo periodo che suscita insieme la paura di ripartire troppo presto e l’eccitazione di tornare ad una vita normale.
Una cosa è certa: il virus non è sconfitto, continua purtroppo ad insinuarsi nel nostro quotidiano e a colpire chi è più fragile, ma la vita deve continuare. Mascherata, distante e con i guanti, ma deve andare avanti.
Vediamo in questo articolo quali sono le ripercussioni della ripresa delle attività sul mondo dei nostri fedeli amici a quattro zampe. Parliamo delle novità che ci sono per cani e gatti in questa speranzosa fase 2.
La nota del Ministero della Salute
Il 15 maggio 2020 con una nota della Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari (DGSAF), il Ministero della Salute comunica che gli spostamenti degli animali da compagnia sono possibili anche tra regioni, ma non solo.
Tale nota precisa quali sono le direttive, che potranno poi essere adottate alla stessa maniera o modificate dalle singole regioni - come si legge all’interno del documento - «attinenti alla salute e al benessere degli animali alla luce del DPCM [Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ndr] del 26 aprile 2020». Vediamo nel dettaglio.
Il benessere e la salute degli animali
In questo documento viene premesso che chi ha un animale ne è responsabile e deve fare tutto ciò che è possibile per garantirne benessere e salute.
Ragion per cui gli spostamenti con il proprio animale da compagnia o in vista di far adottare l’esemplare saranno possibili da una regione all’altra.
A questo viene aggiunto:
Quindi via libera, nello specifico, all’adozione e, come già era possibile durante le misure di confinamento, all’accudimento di colonie feline e ai cani di quartiere.
Via libera alle adozioni
Le strutture che si occupano degli animali in vista dell’adozione possono quindi riaprire le loro porte, dopo avvenuta santificazione dei locali. Si legge:
È però necessario anche ricordare che l’adozione è possibile solo se l’esemplare:
- È registrato all’Angrafe canina nazionale;
- È identificato;
- Viene trasportati con mezzi idonei nel rispetto delle norme sul benessere.
L’onorevole Michela Vittoria Brambilla, deputata di FI, presidentessa dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e della L.E.I.D.A.A (Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente) ha commentato entusiasta questa notizia per cui la sua struttura si è battuta fin dall’inizio del lockdown.
I canili, maneggi ed altre strutture
Nella stessa nota si legge che le strutture atte al ricovero di animali, come ad esempio i canili, potranno esser riaperti.
Questi, però, dovranno attenersi alle disposizioni del DPCM del 26 aprile 2020, in cui si precisa che bisogna effettuare «la sanificazione degli ambienti di lavoro, la regolamentazione degli ingressi e l'informazione agli utenti, nonché le misure necessarie per la protezione del personale negli ambienti di lavoro».
Toeletta per Fido
I saloni di toeletta non vengono autorizzati espressamente all’interno del Decreto del 26 aprila, ma ogni regione ha scelto di assumersi la responsabilità di decidere a questo soggetto.
Complessivamente, però, possiamo affermare che la quasi totalità del nostro paese ha deciso di riaprire (in sicurezza).
Pet therapy
Nella rettifica del Decreto del 26 aprile si legge anche che sono consentite le TAA (terapie assistite con gli animali), note semplicemente come pet therapy.
Tali terapie specifiche devono essere regolarmente prescritte e, come ormai noto, devono essere praticare nel rispetto delle norme di sicurezza e del distanziamento sociale.
Tali terapie restano vietate a pazienti sottoposti a trattamento sanitario per Covid-19. Lo stesso vale per animali provenienti da ambienti in cui sono stati rilevati casi sospetti o confermati della suddetta malattia.
Sostegno per i malati di Covid-19
La L.E.I.D.A.A mette a disposizione un servizio per chi è malato. Fin dall’inizio del lockdown l’associazione si è mobilitata in tutta Italia per portare sostegno e sollievo a chi non poteva più occuparsi dei proprio animali domestici.