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© Marek - Unsplash

Che tipo di padrone sei per il tuo cane?

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

aggiornato il

Severo, autoritario, dolce, giocherellone... no, non stiamo parlando del cane, ma del suo padrone! Leggi l'articolo e scopri tutti i dettagli sul tuo rapporto cane e padrone.

Troppo autoritario? O troppo poco? Socievole? Affettuoso? Severo? Che tipo di padrone sei per il tuo cane? In questo articolo spieghiamo tutto ciò che bisogna sapere su questa figura (chi è, come lo diventa, qual è il suo ruolo, ecc.) in modo da poter capire che tipo sei per il tuo Fido adorato. 

Chi è il padrone del cane? Il capobranco!

Per ben capire cosa voglia dire essere il “padrone del cane” bisogna prima di tutto introdurre il concetto di branco e della gerarchia in esso stabilita. I cani, infatti, si raggruppano in branchi, cioè un gruppo che va oltre i due esemplari in cui si pratica l’aiuto reciproco e la collaborazione, secondo delle precise regole gerarchiche.

A capo di questo gruppo c’è il capobranco, il cane giuda degli altri suoi simili, un alfa (maschio o, in alcuni casi, femmina dominante) che serve da esempio e a cui ci si affida nel momento del bisogno. 

Come il cane sceglie il padrone?

La gerarchia di cui abbiamo parlato si stabilisce tra cani all’interno di un gruppo di loro simili. Se Fido è nato e cresciuto in famiglia, invece, questa gerarchia si stabilisce (o in ogni caso dev’essere stabilita) tra l’esemplare e il suo “capobranco umano”.

Si tratta del modello dominante che sa capire e riconoscere il linguaggio del cane, ma allo stesso tempo sa assumere un atteggiamento fermo (e non violento!) e chiaro nell’insegnargli cosa può e cosa non può fare. Il capobranco umano è una guida, colui che sa educare Fido, ma allo stesso tempo capirlo e coccolarlo.

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Cane e padrone: come stabilire questo rapporto?

Per far sì che il cane riconosca un soggetto come capobranco è necessaria una sana e chiara comunicazione: l’uomo deve saper capire quel che il cane vuole dire tramite il riconoscimento del suo linguaggio specifico e, allo stesso modo, bisogna saper comunicare con lui tramite dei gesti e dei modi di parlare che Fido impara a riconoscere grazie all’educazione. Per ben educare il cane si consiglia il rinforzo positivo: Fido andrà premiato (con un biscottino ad esempio) se si comporterà bene e verrà semplicemente ignorato se il suo comportamento è sbagliato.

Attenzione: naturalmente queste sono direttive generali per l’educazione domestica di un cane. Se si dovessero riscontrare problemi di aggressività o disobbedienza da parte di Fido rivolgersi al veterinario. 

Cosa fare quando il cane ringhia al padrone?

Quando il cane ringhia al padrone è sempre un cattivo segno. Questo evento è, infatti, molto raro ed è un vero problema. Essendo l'umano il “capobranco” ed essendo Fido sottomesso ad esso, una cosa del genere non può avvenire se non in circostanze davvero speciali.

Se questo avviene in maniera continuativa si consiglia di rivolgersi al veterinario che potrà scegliere di indirizzare entrambi da un addestratore cinofilo in modo che possano cominciare insieme un “percorso di riabilitazione” per capire cosa non va nel loro rapporto e ristabilire una sana e felice relazione cane-uomo. 

E se il cane disobbedisce al padrone? 

Un cane che disobbedisce vuol dire, nella maggior parte dei casi, che non riconosce il suo umano come capobranco. Di norma non esistono dei cani "ribelli" poiché un concetto del genere non esiste in natura, è l’uomo che lo ha creato. Fido rispetta le regole sociali che ha imparato: un cane che morde o che è disobbediente non è cattivo, ma è semplicemente un esemplare dominante che nella sua logica sta difendendo il proprio territorio. Per questo motivo un cane che disobbedisce alle regole dev’essere sottomesso.

Attenzione però, ciò non vuol dire che dev’essere schiavo dell’uomo, ma deve saper seguire le regole che il capobranco gli ha imposto. Se non si riesce da soli nell’educazione del cane chiedere consiglio al veterinario. 

Cani e padroni si somigliano? 

Esiste una credenza popolare secondo cui i cani assomigliano ai padroni, ma è scientificamente provato? Questo no, però potrebbe esistere una spiegazione a questa bizzarra condizione. Quante volte ci è capitato di notare un’enorme somiglianza tra un umano ed il suo fedele compagno a quattro zampe?

Questo fenomeno potrebbe essere spiegato con la “legge dell’attrazione”. Secondo questa legge il simile attirerebbe il simile e quindi, per questo motivo, un essere umano con determinate caratteristiche attirerà un esemplare canino in cui si "rispecchia".

Cane e padrone di Thomas Mann 

Quando si parla di relazione tra cane e padrone non può non essere citato il romanzo di Thomas Mann datato 1918. In questo testo, intitolato per l’appunto Cane e padrone, l’autore descrive il rapporto, di un uomo (presumibilmente lo scrittore stesso) con il suo fedele cane Bauschan tracciando così i contorni di un’amicizia unica e lasciando passare il messaggio che l’uomo non solo può trovare affetto e amicizia in un amico a quattro zampe, ma che questo rapporto può essere intenso al pari di quello con un altro essere umano.

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