La clamidia del gatto è una delle tante patologie batteriche a cui può essere esposto Micio ogni giorno e che, avendo una visione ottimistica della vita, tiene sempre sull'attenti il proprietario rendendogli la vita più problematica e interessante.
In questo articolo scopriremo i meccanismi di infezione e gli sviluppi patognomonici di questa infestione felina ma, soprattutto, impareremo a riconoscerla e a curarla.
La clamidia dei gatti: l’origine dell'infezione
La clamidia del gatto è un'infezione causata dal batterio Chlamydia felis, che colpisce principalmente gli occhi e le vie respiratorie dei felini.
Questa malattia è comune tra i mici, in particolare in ambienti ad alta concentrazione come rifugi, colonie feline o il salotto di una vostra zia a cui è sfuggito leggermente di mano l'affetto per gli animali!
Come avviene la trasmissione? Parliamo di contatto diretto con un esemplare infetto, ma può anche essere veicolata da superfici contaminate. Il batterio responsabile della clamidia del gatto è strettamente legato a quello che causa la clamidia nell’uomo e nei prossimi titoli analizzeremo la possibilità di una zoonosi.
La clamidia del gatto: un possibile contagio per l’uomo?
Una delle domande frequenti riguarda la possibilità che la clamidia del gatto possa essere trasmessa all'uomo. Sebbene sia noto che alcuni batteri della famiglia Chlamydiaceae possano causare infezioni nell'uomo, la clamidia del gatto, causata da Chlamydia felis, non è una malattia zoonotica, cioè non viene trasmessa all'uomo.
Tuttavia, è sempre consigliato adottare precauzioni quando si maneggiano animali malati, come lavarsi le mani dopo aver toccato un gatto infetto o le sue secrezioni oculari.
Questo non vuol dire che è consigliabile (o concepibile) spupazzare il proprio animale quando si trova nella fase infettiva: i batteri restano batteri anche quando noi non siamo i loro ospiti sensibili!
Chlamydia felis: come agisce all'interno dell'organismo?
Il meccanismo patogenetico di Chlamydia felis si distingue per la sua capacità di infettare le cellule e di replicarsi all'interno di esse, causando danni diretti ai tessuti dell'ospite. La persistenza del batterio, insieme alla sua capacità di manipolare la risposta immunitaria, contribuisce alla cronicizzazione delle infezioni nei gatti.
La forma elementare del batterio, quando entra nella cellula, può modulare l'attività delle cellule immunitarie locali, come i macrofagi, impedendo la loro attivazione completa. In questo modo, il batterio riesce a rimanere all'interno delle cellule e a replicarsi senza essere eliminato completamente, ritardando la risposta immunitaria e facilitando la progressione dell'infezione. Inoltre, durante il ciclo di vita intracellulare, Chlamydia felis produce delle proteine che alterano l'ambiente cellulare in modo da favorire la sua replicazione.
I sintomi della clamidia del gatto
I sintomi della clamidia del gatto variano molto a seconda della gravità, ma la manifestazione principale è l'infezione oculare.
Gli animali domestici colpiti spesso sviluppano congiuntivite, che si presenta come un arrossamento degli occhi e una proficua secrezione mucosa. In alcuni casi, si può verificare anche un aumento della lacrimazione tale da alterare la funzionalità visiva.
Altri sintomi includono:
- starnuti;
- tosse;
- respiro affannoso;
- febbre;
- inappetenza;
La cura della clamidia nel gatto
La cura della clamidia nel gatto richiede una gestione tempestiva e mirata. Oltre alla somministrazione di antibiotici è spesso necessario un trattamento di supporto per alleviare i sintomi come colliri specifici per ridurre l'infiammazione o farmaci per favorire il benessere respiratorio.
È molto importante che il micio malato venga mantenuto in un ambiente tranquillo e privo di stress, dove possa riprendersi senza difficoltà.
Se il gatto è debilitato o se l'infezione è avanzata, potrebbe essere necessario un ricovero in ospedale per somministrare i farmaci per via endovenosa.
Quale antibiotico utilizzare per la clamidia del gatto?
Il trattamento per la clamidia del gatto si basa principalmente sull'uso di antibiotici specifici per gatti.
Tra i più comuni, si trova l’azitromicina, un antibiotico appartenente alla classe dei macrolidi. Questo farmaco è efficace nel trattamento delle infezioni oculari e respiratorie causate da Chlamydia felis.
In alcuni casi, i veterinari possono prescrivere anche la doxiciclina, un altro antibiotico che agisce contro i batteri intracellulari.
È importante seguire scrupolosamente le indicazioni mediche e completare il ciclo di trattamento per prevenire recidive o sviluppi resistenti del batterio. Questo significa che non appena il pensiero che recita "interrompo la terapia in anticipo perchè il gatto è guarito" bussa alla porta del nostro cervello non dobbiamo assolutamente aprire!
La cura e l'attenzione alle prescrizioni veterinarie è un dato fondamentale nella riuscita delle terapia e nella restitutio ad integrum (guarigione totale) del paziente!