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uomo bello con gatto rosso

Scopriamo insieme se i gatti ricordano i loro padroni.

© Shutterstock

Ma davvero i gatti ricordano i loro padroni?

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

aggiornato il

Oggi ci chiediamo se i gatti ricordano i loro padroni, cercando di capire in che modo e come funziona la memoria dei nostri coinquilini baffuti.

Quanta memoria hanno i nostri fedeli amici baffuti? Micio, ci vuole bene? E, più in generale, i gatti ricordano i loro padroni?

In questo articolo vi parliamo della memoria dei nostri animali domestici cercando di capire se noi proprietari restiamo nella loro testa e nel loro cuore come nessun altro!

I gatti ricordano i loro padroni grazie all’odore

Avendo vissuto insieme a lui, avendolo nutrito e coccolato, probabilmente il vostro gatto si ricorda di voi e vi ricorderà anche se non dovesse incontrarvi per qualche anno.

I gatti hanno un'eccellente memoria che ancorano gli stati d'animo intensificati con le percezioni sensoriali. In particolare, questo accade grazie all’odore.

Ricordiamo infatti che i gatti vivono e interagiscono con i loro simili grazie ai feromoni. Questo tipo di sostanze chimiche che emanano attraverso diverse ghiandole del loro corpo, permette loro non solo di riconoscere gli altri gatti, ma anche di lasciare il proprio odore sugli oggetti e sul proprio umano.

Quando Micio si struscia, ci lecca o si aggrappa a noi non sta, quindi, solo giocando ma ci riempie di feromoni (impossibili da reperire con il nostro olfatto “da umani”) grazie ai quali potrà riconoscerci anche una volta trascorso qualche tempo.

Anche se il vostro gatto non capisce l’idea umana di proprietà (per Micio non siamo il suo padrone, ma semplicemente un amico o tutt’al più un sostituto della sua mamma), probabilmente si ricorda di voi come punto di riferimento.

I gatti ricordano i loro padroni, ma gli manchiamo?

La risposta a questa domanda, non è certa. Per ogni studio che sembra indicare che i gatti sentono la nostra mancanza, ce n'è un altro che dice che non è così.

Alcuni comportamentisti felini, riferiscono che i gatti non mostrano segni di attaccamento sicuro ai loro proprietari, altri li definiscono inseparabili.

Dove sta la verità?

In uno studio del 2015, i ricercatori hanno analizzato la forza del legame tra gatto e padrone esaminando le interazioni tra 20 gatti e i loro proprietari.

Lo studio ha concluso che i gatti si esprimono tramite vocalizzi (miagolando) di più quando il loro padrone lascia la stanza in cui si trovava insieme a loro, rispetto a quanto non facciano quando uno sconosciuto se ne va. Tuttavia, secondo i ricercatori, questo non era una prova abbastanza forte di un legame sicuro.

Noi di Wamiz pensiamo che ogni esemplare sia unico e che abbia il suo carattere e la propria personalità. Alcuni esemplari possono essere più affettuosi e mostrarsi più attaccati al padrone, altri meno.

La memoria del gatto

Secondo uno studio giapponese, i gatti avrebbero una memoria episodica, cioè la capacità di ricordare gli eventi passati e il loro contesto. Lo studio, pubblicato nel gennaio 2017 sulla rivista Behavioural Processes, utilizza lo stesso protocollo di uno studio simile condotto sui cani nel 2012.

Primo esperimento

Lo studio si è basato su due esperimenti. Ecco il primo:

  • In un primo momento, i gatti sono stati collocati uno ad uno in una stanza dove sono state disposte quattro ciotole di diverse dimensioni, forme e colori. In ogni ciotola è stato posto del cibo. In questa fase i felini avevano accesso a due delle ciotole che, mostrano i risultati sono state da loro scelte a caso.
  • Gli animali sono stati poi fatti uscire dalla stanza per 15 minuti, per poi essere rimessi all’interno.
  • A questo punto, i gatti hanno scelto le ciotole in cui non avevano ancora mangiato e che, quindi, contenevano una maggiore quantità di cibo.

Secondo esperimento

Lo stesso protocollo è stato poi ripetuto, con una differenza: la capacità delle ciotole. Questa volta, solo due ciotole erano piene di cibo, mentre un'altra era vuota e un’ultima conteneva un oggetto non commestibile. Ed ecco il secondo:

  • Durante la fase di esplorazione, i gatti (non gli stessi del primo esperimento) si sono avvicinati ad una delle ciotole in modo casuale (reindirizzandosi, se necessario, verso un'altra contenente cibo).
  • Dopo la pausa di 15 minuti, una volta tornati nella stanza, la maggior parte dei felini è andata alla seconda ciotola piena contenente cibo nella quale non avevano ancora mangiato, ignorando quella vuota e quella con l’oggetto non commestibile.
Secondo i test statistici, il comportamento dei gatti non è stato affatto casuale, a differenza del primo esperimento: si è trattato di una scelta.

Risultato degli esperimenti

Per gli studiosi, questo secondo esperimento rivela che i felini ricordano sia il "dove" si trova un oggetto che l’oggetto in questione, due importanti componenti della memoria episodica.

Questo dimostra che i nostri amici baffuti sono in grado di ricostruire mentalmente gli eventi specifici che hanno vissuto.

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