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Unghia incarnita nel gatto: una patologia da non trascurare.

© RJ22 / Shutterstock

Come curare l'unghia incarnita nel gatto?

Di Francesca Discepoli Redattrice

aggiornato il

Che cos'è l'unghia incarnita nel gatto? Perché viene? E come si cura? Affrontiamo questo argomento che interesserà molti proprietari di mici.

Le unghie dei gatti sono molto utili per cacciare, difendersi, arrampicarsi sugli alberi o marcare la loro presenza lasciando segni tangibili del loro passaggio.

Ma a volte capita che questi veri e propri artigli crescano eccessivamente fino a incastrarsi nel cuscinetto della zampa del micio. L'unghia incarnita nel gatto non deve essere presa alla leggera perché è molto dolorosa e può causare infezioni.

Come sono fatte le unghie del gatto?

Le unghie dei gatti sono molto particolari perché sono retrattili: il micio può tenerle nascoste nelle dita o sfoderarle come sciabole all'occorrenza. Allo stesso tempo sono molto simili alle nostre nella loro costituzione.

Infatti sono composte di cheratina, che è la sostanza che forma anche i nostri capelli, ma anche i peli del gatto e che, se presente in quantità, può diventare dura, come nel caso delle unghie. L’unghia è composta essenzialmente da tre parti:

  • strato germinativo, che si trova sotto l’unghia (e non si vede) che è quello in cui si raccolgono le sostanze nutritive necessarie a formare la nuova unghia,
  • vallo ungueale, cioè la «parte rosa», che ricopre parte dell'ultima falange del dito e che è irrorata di sangue e piena di terminazioni nervose, per cui se la tagliamo troppo corta fa male e sanguina,
  • lamina ungueale, cioè la «parte bianca», che è l’unghia propriamente detta, cioè quella che eccede dal dito e di cui il gatto si serve per graffiare!

Come riconoscere un'unghia incarnita nel gatto?

Questo problema è la conseguenza di una crescita eccessiva dell'unghia, che è dovuta a 2 fenomeni:

  • la specifica conformazione delle unghie del felino: infatti quelle del gatto sono retrattili. Quando non le usa, rimangono nascoste nelle dita. Per questa ragione non possono consumarsi quando il micio cammina, a differenza di quelle del cane, per esempio. Ecco perché il gatto deve «farsi le unghie» contro supporti duri per limarle;
  • l'età del gatto: quando il micio invecchia, la parte costituita dalla cheratina diventa più spessa, più dura e tende ad arcuarsi. Inoltre, il gatto con il passare del tempo diventa meno attivo e consuma ancor meno le sue unghie. L'unghia incarnita nel gatto è quindi una patologia che si riscontra essenzialmente nell'animale anziano.

Come risultato di questa crescita esagerata, l'unghia, che è molto affilata, penetra nel cuscinetto, causando dolore e il rischio di infezione.

Quali sono i sintomi dell'unghia incarnita nel gatto?

Ecco come si manifesta questa patologia:

  • zoppia, fino al rifiuto dell'animale di camminare,
  • gonfiore del cuscinetto,
  • arrossamento del cuscinetto,
  • fuoriscita di liquido (sangue, pus...) dal cuscinetto,
  • leccamento ripetuto della zampa,
  • in alcuni casi anche febbre.

L'intensità dei sintomi varia a seconda della gravità della situazione. All'inizio dell'evoluzione si noterà solo una leggera zoppia.

Nel caso di una situazione più grave dovuta a un'infezione già diffusa o al fatto che ci siamo più unghie incarnite, l'animale non sarà in grado di camminare e si rifiuterà perfino di mangiare.

Come tagliare un'unghia incarnita al gatto e curarla?

La prima cosa da fare è tagliarla. Se è solo leggermente infissa nel cuscinetto, potremmo farlo noi stessi. In caso di perforazione profonda, si consiglia di consultare il veterinario.

Il suo intervento si svolgerà nel modo seguente.

Esame del micio e della zampa dolorante

Prima di tutto, il veterinario procederà a un esame generale del gatto. Controllerà se il micio ha la febbre o linfonodi palpabili, entrambi sintomi di infezione. L'esame della zampa permetterà di valutare la gravità del danno al cuscinetto.

Estrazione dell'unghia dal cuscinetto

Il veterinario procederà poi al taglio dell'unghia del gatto incriminata. Questo gesto, anche se molto veloce, richiede una certa maestria. Infatti il gatto va tenuto saldamente poiché può sentire molto dolore. A volte, può essere necessaria una leggera anestesia.

Il veterinario taglierà l'unghia alla base della parte bianca, la estrarrà dal cuscinetto e disinfetterà il tessuto danneggiato. In questa fase, è possibile che la ferita sanguini un po'.

Protezione della ferita e terapia

A seconda dei casi, il veterinario applicherà una benda sulla parte oppure consiglierà un collare per evitare che il gatto si lecchi.

Verranno anche prescritti antidolorifici e antibiotici in caso di infezione grave.

Come evitare il formarsi dell'unghia incarnita nel gatto?

Bastano un po' di attenzione, di abilità e di molta pazienza!

Verificare spesso le unghie

È importante controllare regolarmente le unghie del micio, specialmente se sta invecchiando.

Se le unghie diventano più spesse, o se l'animale ha propensione al questa patologia, dovranno essere tagliate circa una volta al mese.

Come si tagliano le unghie al gatto?

  • Innanzitutto servono le tagliaunghie speciali per gatti che si possono comprare nei negozi per animali. Meglio evitare le nostre forbici!
  • Sediamoci in un posto tranquillo con il gatto in grembo, prendiamogli una zampa all’altezza dei polpastrelli, in maniera decisa ma senza fargli male.
  • Per far uscire le sue unghie retrattili, premiamo leggermente sul polpastrello.
  • Tenendo le tronchesine verticalmente, tagliamo la punta della parte esterna dell'unghia senza avvicinarci alla parte rosa, altrimenti potremo fare molto male al micio e farlo sanguinare. Quindi se non siamo sicuri di come fare, meglio chiedere al veterinario di mostrarci la tecnica, o farglielo fare direttamente a lui.
  • Se il gatto si mostra reticente e non vuole farsi toccare, bisognerà provare più volte, ma sempre con molta pazienza.

Ultimo consiglio: è preferibile non tagliare le unghie di un micio che è abituato a uscire. Infatti per lui sono strumenti molto utili per difendersi o per scappare.

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Articolo scritto per Wamiz.com da:

Isabelle Vixège
Medico veterinario

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