Quando il Muro che separava tra la Germania orientale e quella occidentale è caduto, il 9 novembre 1989, la gente ha subito festeggiato l’evento. Ma pochi oggi, a 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, ricordano le 4000 anime per le quali non c'era motivo di rallegrarsi.
Per anni, infatti, numerosi cani avevano agito come guardie di frontiera nella Germania orientale. Ma una volta finito il servizio, il loro destino era incerto.
Una vita indegna all'ombra del Muro
Ben 4000 erano i cani guardiani del Muro: per la maggior parte si trattava di Pastori Tedeschi, affiancati da Rottweiler, Alani e Schnauzer. I 4 zampe avevano il compito di individuare e intimorire i rifugiati del Muro per conto del Ministero della Difesa Nazionale e tenerli sotto controllo fin quando la polizia di frontiera non potesse intervenire.
La vita dei cani guardiani della frontiera tedesca non era ciò che si chiamerebbe dog-friendly: gli animali erano infatti incatenati, potendosi spostare solo per circa 100 o 200 metri e trattati non proprio nel migliore dei modi.
Il muro ha lasciato il segno
Non c'è da stupirsi se i cani avevano dei problemi psicologici: molte guardie di frontiera riferivano a quel tempo di cani stressati, nervosi e aggressivi. Il cibo veniva dato loro solo ogni due o tre giorni e non erano quasi mai a contatto con le persone.
Quale destino per i 4000 cani?
Dei 4000 quattrozampe, 1500 sono stati presi in cura da un'Associazione tedesca per il benessere degli animali. Gli altri 2500 ex cani di servizio, invece, sono stati portati in vari rifugi per animali nella Germania occidentale, pronti per essere adottati.
Dei problemi comportamentali dei cani all'improvviso non se ne è parlato più: quei cani ormai avevano un buon carattere, potevano essere accarezzati, alcuni addirittura erano affettuosi.
Ma ad oggi, il numero degli ex cani guardiani della frontiera che hanno trovato una famiglia adottiva, resta ancora sconosciuto. Si dice che gli spagnoli volevano usarli per esperimenti, gli americani volevano vederli come souvenir e i coreani mangiarli. Ma di fatto, non se ne sa più nulla.