Il 17 gennaio si è festeggiato Sant'Antonio, protettore degli animali. Le chiese italiane da nord a sud hanno organizzato benedizioni di cani, gatti e altri animali.
Un messaggio importante, in un momento in cui la chiesa sembrava aver messo da parte gli animali da compagnia dopo le diverse dichiarazioni di Papa Francesco.
L'importanza degli animali da nord a sud
C'è la classica vampa di Sant'Antonio all'Oratorio San Giovanni Bosco di Cuggiono, in provincia di Milano, dove a farla da padrona è stato lo scodinzolio di cani e gatti. C'è Don Enzo di Santa Cristina Gela, in provincia di Palermo, che celebra la messa in piazza benedicendo gli animali presenti.
Da nord a sud, i parroci delle chiese italiane si sono uniti per dare un messaggio importante: gli animali si benedicono, non si uccidono. Un segnale forte, che arriva dopo le storie di Leone, Leone 2, Angelo e Aron, tutte piccole anime innocenti, che hanno attraversato il ponte dell'arcobaleno per colpa della mano dell'uomo.
La tradizione della benedizione degli animali era un tempo rivolta a tutti gli animali da allevamento e cortile. Oggi si riferisce maggiormente a cani, gatti e a tutti gli animali da compagnia, segno di come siano diventati importanti nelle nostre case.
Una benedizione importante
E questa benedizione arriva in un momento chiave della storia del nostro paese. Un punto in cui serve una svolta storica e legislativa per proteggerli ancor di più.
Dopo il segnale dato da tutti i parroci d'Italia, adesso forse spetterebbe a Papa Francesco lanciare un messaggio diretto a chi di dovere. Basta parlare di cani e gatti presi "al posto" dei figli. Ora la chiesa deve dare l'esempio tramite il suo portavoce e chiedere l'inasprimento delle pene contro chi maltratta un animale.
Perché benedire fa bene, ma qualche legge in più non farebbe male!
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