Papa Francesco su cani e gatti non ha mezze misure: secondo il Pontefice, l’Italia è vittima di una cultura che preferisce gli animali domestici ai figli.
Come riportato de La Stampa.it, durante un discorso alla delegazione di The Economy of Francesco, il Papa ha espresso profonda preoccupazione per la denatalità del nostro paese, arrivando a dire che “dobbiamo bastonare un po’ l’Italia” per questo fenomeno.
Ma davvero la crisi delle nascite può essere ricondotta alla crescente affezione verso gli animali domestici?
Papa Francesco e la denuncia: la società privilegia cani e gatti
Durante il suo intervento, Papa Francesco ha sottolineato come l’Italia sia caratterizzata da una cultura che, a suo avviso, pone cani e gatti al di sopra dei figli. Ecco cosa ha dichiarato il Pontefice:
Vedo che ci sono alcuni bambini lì: è bello questo, in una cultura dove si privilegia avere cagnolini o gatti e non bambini. Dobbiamo bastonare un po’ l’Italia! Credetemi: vale la pena spendere la vita per cambiare in meglio il mondo.
La frase ha generato scalpore e riflessioni in una nazione che ha registrato solo 379.000 nascite nel 2023, il livello più basso degli ultimi decenni.
Tuttavia, criticare la crescente preferenza per gli animali domestici non sembra cogliere la complessità del problema.
Le vere cause della denatalità: ben oltre cani e gatti
Mentre il Papa punta il dito contro una presunta “fuga” verso cani e gatti, i dati parlano chiaro: la denatalità in Italia è causata principalmente da motivi economici.
Bassi stipendi, instabilità lavorativa e carenza di servizi per le famiglie rappresentano le vere barriere al desiderio di genitorialità. Secondo un’indagine, la precarietà lavorativa e l’alto costo della vita frenano le coppie più del possesso di animali domestici.
Le parole di Papa Francesco hanno sollevato un dibattito necessario, ma ridurre la crisi della natalità a una preferenza per cani e gatti rischia di semplificare una questione complessa.
La denatalità italiana è un problema strutturale che affonda le radici in difficoltà economiche, instabilità lavorativa e mancanza di politiche di supporto alle famiglie, retaggio forse di una mentalità arcaica.
È evidente che per affrontare davvero questo fenomeno servano politiche concrete e un impegno collettivo, ben oltre la scelta di avere un animale domestico.