Un cambiamento epocale segna un passo avanti nella protezione degli animali. La Camera ha approvato un disegno di legge che introduce pene più severe per chi maltratta o uccide animali, con la possibilità di carcere per i reati più gravi.
La proposta, firmata da Michela Vittoria Brambilla, in più occasioni in prima linea per la difesa degli animali, mira a colpire duramente chi perpetra crimini contro questi ultimi, rispondendo a una crescente domanda di giustizia da parte dell’opinione pubblica e delle associazioni animaliste.
Un nuovo capitolo per i diritti degli animali
Con questa riforma, il Codice penale cambia prospettiva: i reati contro gli animali non saranno più considerati semplici “delitti contro il sentimento umano”, ma veri crimini contro esseri viventi.
Questa svolta, definita quasi filosofica, segna un riconoscimento dell’animale come soggetto, seppure il Codice civile continui a classificarlo come res. Le pene per l’uccisione non necessaria di un animale saliranno fino a quattro anni, specialmente nei casi in cui sono presenti sevizie o sofferenze prolungate.
Ecco come hanno commentato in una nota congiunta sottolineano in una nota congiunta Enpa, Legambiente, Leal, Leidaa, Lipu, Lndc Animal Protection, Oipa e Wwf Italia:
Grazie a questa riforma, gli animali saranno direttamente oggetto di tutela, una rivoluzione rispetto all’attuale sistema normativo ordinario. Si tratta di un primo importante passo per adeguare la legislazione italiana ai principi introdotti dalla modifica costituzionale del 2022, con la giurisprudenza che si è consolidata nel corso degli anni, con le solidissime conoscenze scientifiche e con i sentimenti ormai diffusi e radicati nei cittadini. Auspichiamo che la proposta sia presto calendarizzata, discussa e approvata anche dal Senato.
Sanzioni e misure per contrastare la violenza
Le novità legislative includono l’aumento delle sanzioni pecuniarie e la detenzione obbligatoria per i reati più gravi.
Ad esempio, chi organizza combattimenti tra animali rischia fino a quattro anni di carcere e multe fino a 30.000 euro.
Anche l’abbandono di animali viene punito più severamente, con multe che arrivano a 10.000 euro. Infine, diventano perseguibili d’ufficio i casi di uccisione o danneggiamento di animali altrui, con pene fino a quattro anni e ammende fino a 60.000 euro.
La riforma rappresenta una risposta forte contro l’impunità percepita da chi maltratta gli animali, gettando le basi per un futuro più giusto e rispettoso verso tutte le specie viventi.