L’entusiasmo dell’adozione di un cucciolo è ormai estinto come un fuoco di paglia. L’animale è troppo anziano. Non possiamo portarlo in ferie nel periodo estivo. È diventato un peso.
Queste sono le principali e deprecabili giustificazioni che chi commette il vile atto di abbandono di animali si dà per redimersi da un gesto così meschino. Ne parliamo a ridosso della Giornata Mondiale contro l'Abbandono degli Animali del 29 giugno 2024.
Riflessioni sull'abbandono degli animali
Nella maggior parte dei casi l’abbandono di animali equivale a una condanna a morte per il povero quattro zampe. Oltre al trauma psicologico di veder distrutto il legame indissolubile che il cane aveva creato col padrone, raramente l'animale lasciato alla propria sorte è in grado di evitare i pericoli del luogo in cui viene lasciato.
Pensiamo all’autostrada: il nostro amico pet era abituato a una casa, magari con giardino, dove aveva imparato a dosare gli stimoli e riconoscere tutte le situazioni che si presentavano. In autostrada, invece, i veicoli sfrecciano, le gomme stridono sull’asfalto, suonano clacson e fa un caldo torrido. Decisamente troppo per la mente e il fisico dell’animale, che vede sgretolarsi in tempo zero il mondo che lo aveva accudito.
Anche la natura rappresenta un grosso problema tanto per i cani abbandonati quanto per i gatti. La vita randagia per un cane è piena di rischi rappresentati dal territorio, dalle malattie, dalle intemperie e dagli altri animali. Quindi, chi abbandona il proprio amico di famiglia, di fatto, lo uccide.
Chi si occupa dell'abbandono degli animali?
Per fortuna talvolta si assiste a storie a lieto fine di animali abbandonati che, trovati da anime buone di passaggio (altri automobilisti, poliziotti o persone sensibili) vengono adottati e trovano una nuova famiglia e, qualche volta, nuovamente la fiducia nel genere umano.
Ma purtroppo accade raramente e comunque, anche in questo caso, il recupero psicofisico è lungo e difficile.
In altri casi un po’ meno fortunati, gli amici a quattro zampe trovano alloggio nei canili o nei gattili dove, per quanto vengano accuditi con amore dai volontari, potrebbero rimanere a vita senza mai trovare il calore insostituibile di una nuova famiglia.
L'articolo 727 del Codice Penale contro l'abbandono di animali
Già prima dell’introduzione delle norme specifiche contro il maltrattamento degli animali domestici e la tutela contro i reati commessi in loro danno, il Codice Penale aveva istituito l’articolo 727 (ancora in vigore) quale capostipite delle successive leggi emesse in tal senso. Il testo sul reato di abbandono recita testualmente:
Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze».
Nonostante sia un po’ datato, la portata è molto rilevante e bisogna rilevare alcuni fattori degni di nota.
Legge sul ritiro patente per abbandono di animali
Come riporta Il Sole 24 ore, la nuova normativa prevede che se l'abbandono dell'animale avviene in strada, la pena potrà essere aumentata di un terzo.
A ciò si aggiunge che, se il reato è stato commesso utilizzando un veicolo, la patente di guida verrà sospesa per un periodo che va dai sei mesi a un anno.
Il reato di abbandono di animali non è il solo a essere punito
Innanzitutto si tratta di una contravvenzione cioè di un reato punibile anche solo a titolo di colpa. Non occorre quindi che ci sia una volontà specifica e inequivocabile a voler abbandonare l’animale ma anche solo il comportamento negligente viene sanzionato allo stesso modo.
In parole povere non si possono accampare scuse salvo che, ovviamente, non si dimostri che l’animale sia scappato da casa eludendo le misure necessarie a evitarne la fuga.
Non solo animali domestici
In secondo luogo, la norma è stata particolarmente ben elaborata poiché tiene conto non solo degli animali strettamente domestici, ma anche di quelli che, per svariate circostanze, si siano ormai abituati a una vita in cattività, cioè legata comunque all’umano che se ne prenda cura e da cui dipendono per la sopravvivenza.
La speranza è che, se identificato, il colpevole venga assicurato alla giustizia e che la creatura abbandonata possa ricevere, almeno, il degno riscatto morale che le spetta.
Il legame con la legge sul maltrattamento animale
Infine, leggiamo la seconda riga: non vi sembra di averla già sentita? Sì esatto, è proprio così! Il contenuto di questo secondo comma è stato di fatto trapiantato e ampliato nella parte del Codice Penale che si occupa in maniera approfondita dei reati di maltrattamento.
Tuttavia, la sua sussistenza permette agli operatori della giustizia e delle forze dell’ordine di agire secondo questo dettato normativo più generale qualora non sia dimostrabile o agibile la norma più specifica.
Ci troviamo davanti ancora una volta a una attenzione particolarmente efficace e moralmente elevata per la tutela degli animali in Italia che, come esseri deboli e senza possibilità di difendere i propri diritti, confidano in noi per questa loro assoluta necessità.